Intelligenza artificiale, è davvero così “razzista”?

In questi ultimi giorni non si sta facendo altro se non parlare di quanto sia razzista l’intelligenza artificiale. Sarà vero tutto questo? Scopriamo insieme cosa dicono gli esperti in materia

Gli esperti non hanno assolutamente dubbi: l’intelligenza artificiale è razzista. Un qualcosa che, a dire il vero, spiazza tutti gli amanti del genere della tecnologia e non. Anche perché in molti si chiedono come sia possibile tutto questo. Questa è una delle accuse che sta andando a scuotere una delle tecnologie emergenti e che, in futuro, potrebbe dare delle ottime e importanti risposte in questo campo.

Intelligenza artificiale, davvero è così razzista?
Intelligenza artificiale (Pixabay Foto) Notizie.top

Senza dimenticare il fondamentale potenziale che tende a trasformare radicalmente molte parti della nostra vita. Non è affatto un mistero che, con il passare degli anni, sono emersi molti più casi in cui l’IA (appunto Intelligenza Artificiale) abbia mostrato con il passare del tempo. In particolar modo degli elementi di discriminazione razziale. Allo stesso tempo, però, questa notizia ha suscitato non poca preoccupazione e fatto nascere dei veri e propri importanti dibattiti.

Intelligenza artificiale, è davvero così razzista? Scopriamolo insieme

Una tecnologia che, sicuramente, deve ancora essere andata a migliorare e, soprattutto, sviluppata ed implementare. Si sta andando verso la strada giusta, anche se la notizia di queste accuse hanno fatto storcere il naso a più di qualche persona. Per chi non lo sapesse, infatti, l’IA (considerato un sistema di intelligenza simulata) è alimentata da dei dati raccolti fa fonti esterne.

Intelligenza artificiale, davvero è così razzista?
Intelligenza artificiale (Pixabay Foto) Notizie.top

Ovviamente ci stiamo riferendo a dei testi, immagini ed anche delle registrazioni audio. Per chi non lo sapesse questi dati tendono a costituire il materiale di addestramento per l’intelligenza artificiale. La stessa che impara a riconoscere modelli ed anche a fare previsioni in base alle informazioni che sono state fornite. Anche perché, in merito a tutto questo, fuoriescono ancora più dubbi.

A cosa ci stiamo riferendo? Se tutti questi dati dovessero essere utilizzati per poter addestrare l’IA siano stati influenzati da pregiudizi, bias o discriminazioni razziali presenti nella società, a questo punto non è assolutamente da escludere neanche il fatto che l’UA possa riflettere a questi pregiudizi che potrebbero andare a condizionare il suo funzionamento. Non è da escludere che, nei prossimi giorni, possa essere fatta ancora di più chiarezza da parte di chi (quasi sicuramente) ne sa molto più di noi.