La panchina di Massimiliano Allegri non è più salda come qualche settimana fa. Differenza di vedute con la società, poca compatibilità con Giuntoli, individuato dal club come nuovo ds e risultati scadenti….
Sono diversi i motivi che potrebbero portare Massimiliano Allegri e la Juventus a dirsi addio. Stavolta, forse, definitivamente.
Le parole di John Elkann, se lette tra le righe, contengono forse un messaggio piuttosto chiaro: “Ho parlato col nostro allenatore – ha detto il numero uno di Exor all’indomani della disfatta di Empoli –, sente la responsabilità della nostra storia ed è determinato con la squadra ad affrontare le due prossime partite per meritare l’Europa sul campo”. L’orizzonte temporale che Elkann traccia è quello delle prossime due partite. Non si parla di futuro insieme, anzi, ci si limita all’immediato. La proprietà non è contenta di quanto visto negli ultimi due anni, al netto delle difficoltà extra campo di questa stagione, la Juve non ha un’identità, è fragile e soprattutto non ha vinto nulla. Mai in corsa per lo Scudetto, eliminata senza appello in Champions, non ha sfiorato nemmeno la Coppa Italia. Insomma, male. Poi c’è un parco giocatori svalutato e pure poco contento della gestione tecnica.
Juventus, chi al posto di Allegri?
Tensioni sotterranee, ma nemmeno troppo, che potrebbero portare la società a decidere per la svolta, pur dovendo fare i conti con il maxi stipendio di Allegri. Ma chi sarebbe il profilo sul quale andrebbe la proprietà, se decidesse di dire addio al tecnico livornese? Fosse per Giuntoli (sempre che ADL lo liberi e la Juve decida di aspettarlo) sarebbe Spalletti che, però, probabilmente si dovrà dimettere da allenatore del Napoli e a quel punto – causa clausola presente nel contratto – dovrebbe rimanere fermo un anno. Allora occhi su un tecnico emergente, un tecnico che porti freschezza ed entusiasmo e magari abbia in sé il dna Juve. Una sorta di Pirlo bis, ma che conti su una base di esperienza e risultati diversa. Il nome più gettonato sembra quello di Igor Tudor che ha fatto grandi cose a Verona l’anno scorso e si sta ripetendo quest’anno a Marsiglia.
Tudor ha carisma, carattere, fa giocare bene le sue squadre e ha un passato juventino importante. Occhio anche a Raffaele Palladino, pure lui con un passato da giocatore in bianconero, che benissimo ha fatto con il Monza. Non ha background juventino, ma piace per stile di gioco e idee, anche Thiago Motta che è reduce da due grandi campionati con Spezia e Bologna.