E’ il nuovo incubo tra gli automobilisti. Si tratta del fermo amministrativo fiscale, misura che colpisce molte più persone di quanto si creda
Troppo spesso rimaniamo sorpresi da alcune procedure che, invece di agevolare la vita dei cittadini, la complicano. Se è vero che dimenticare di pagare, ad esempio, il bollo auto o una multa non è una “cosa fatta bene” è pur vero che può succedere, e neanche tanto difficilmente.
Ma alcune volte la dimenticanza potrebbe costare molto più del previsto: è il caso del fermo amministrativo che potrebbe colpire la nostra auto…a nostra insaputa, mettendoci nella condizione di continuare a viaggiare su un veicolo che in realtà dovrebbe stare fermo.
Il fermo amministrativo auto, o su altri beni mobili, è un atto utilizzato dalla Pubblica Amministrazione e da altri enti per recuperare in maniera forzosa i propri crediti. È anche utilizzato come sanzione accessoria per alcune violazioni al Codice della Strada e comporta il divieto di utilizzare il mezzo fino all’estinzione del debito e alla cancellazione del fermo. Forse in pochi sanno che può bastare anche un bollo auto non pagato per incorrere ad esempio fermo amministrativo fiscale e continuare così a circolare su un veicolo che in realtà dovrebbe stare fermo. Dall’ACI: “Il fermo amministrativo è un atto con il quale le amministrazioni o gli enti competenti, tramite i concessionari della riscossione, “bloccano” un bene mobile del debitore (o dei coobbligati) iscritto in pubblici registri (ad esempio autoveicoli) , al fine di riscuotere i crediti non pagati che possono riferirsi a tributi o tasse (può trattarsi di un credito di varia natura, ad esempio, un mancato pagamento IVA, IRPEF, Bollo auto, ICI, ecc.) oppure a multe relative ad infrazioni al Codice della Strada”. Trattandosi di recupero crediti per enti e P.A., il fermo amministrativo viene normalmente eseguito e comunicato dall’agente della riscossione, il quale notifica al cittadino una cartella esattoriale con riepilogo di quanto dovuto all’ente creditore. Se nei 60 giorni successivi alla notifica (che si contano di calendario, festivi inclusi) il debitore non ha pagato, o non ha ottenuto una rateizzazione, una sospensione o un annullamento del debito, l’agente riscossore può attivare le procedure di recupero forzoso.
In ogni caso, l’esecuzione del fermo amministrativo, con iscrizione del provvedimento al PRA, deve tassativamente essere preceduta dalla notifica al debitore del relativo preavviso, che deve contenere le seguenti informazioni: tipo di debito, in modo da far comprendere al debitore quale sia la sua origine, importo dovuto, anno di riferimento del debito, numero identificativo della cartella esattoriale e data della notifica. Dal ricevimento del preavviso decorrono ulteriori 30 giorni per il saldare, rateizzare, sospendere o far annullare il debito, altrimenti il fermo verrà iscritto. Attenzione: il preavviso è atto necessario, in mancanza del quale il successivo fermo può essere contestato. Ma qui parte il possibile inganno, perché l’unica comunicazione che riceve l’intestatario del veicolo è una notifica di mancato pagamento, ma nel momento in cui scatta effettivamente il fermo non c’è nessun obbligo di avviso. Quindi uno dei problemi fondamentali è che se il veicolo sottoposto inconsapevolmente a fermo continua a circolare e subisce un incidente l’assicurazione non è obbligata al risarcimento del danno. Il fatto increscioso è che a rimetterci è spesso un cittadino ignaro, non certo per volontà o disprezzo delle regole, e anche in caso di semplice controllo da parte delle forze dell’ordine la multa sarebbe salatissima. A seguito dell’iscrizione del fermo la disponibilità del veicolo è limitata fino a quando il debitore non salderà il proprio debito e il concessionario della riscossione non provvederà, d’ufficio, alla cancellazione del fermo.
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