La bella vita di don “Euro” fra hotel di lusso, gigolò e ricatti: “Dammi i soldi o andrete all’inferno”

Don Luca Morini avrebbe minacciato così alcune suore della diocesi dove operava a Massa, in Toscana

“Dammi i soldi o andrete all’inferno”. Con queste parole don Luca Morini avrebbe minacciato le suore della stessa diocesi dove operava: niente denaro, niente messa per vedersi aprire le porte del Paradiso. Si parla di truffa, estorsione, cessione di droga, millantato credito e appropriazione indebita nelle pagine dei magistrati che lo mettono nei guai.

Un prete chiedeva soldi alle suore della diocesi – Notizie.top –

Si tratta dei principali reati di natura patrimoniale che vengono contestati a Morini, per tutti “don Euro”, nel fascicolo chiuso lo scorso luglio dal sostituto procuratore Alessandra Conforti. Una vicenda che aveva portato al sequestro di un conto di svariate decine di migliaia di euro e altri 115 mila euro di diamanti, che per la procura e il nucleo investigativo dei carabinieri sono il frutto delle truffe che il parroco avrebbe fatto ai danni dei fedeli a cui chiedeva un supporto economico.

UN SECONDO PRETE INDAGATO

Da quanto emerge dalle carte dell’avviso di conclusione indagini – riporta ancora La Nazione – c’è anche un altro indagato, Emiliano Colombi, ex parroco di Avenza, accusato di aver versato sul suo conto personale il denaro che don Euro consegnava, trattenendo per sé ogni volta 300 euro, per poi rigirare gli assegni su conto dello stesso don Morini. Quest’ultimo avrebbe estorto denaro – un assegno di 416 euro – a suor Maria Ausilia Favilla, direttrice dell’istituto religioso “Figlie di nostra signora”, estorto denaro a un escort gay, Giovanni Fotia, e inoltre si era spacciato per magistrato. Avrebbe truffato anche i big del marmo. Soldi che, nel caso della cooperativa cavatori, il sacerdote chiedeva a favore dei poveri della parrocchia e che invece si sarebbe intascato: circa 9 mila euro. Sarebbero stati truffati anche la cooperativa Gioia, per 7.450 euro, e la Sam per 6.900 euro.

Le decisioni del giudice – Notizie.top

 

DROGA, CASE E UNA FALSA IDENTITA’

Avrebbe poi ceduto della droga a degli escort e, per riciclare denaro, acquistato una casa a 300 mila euro e per poi rivenderla a 5 mila euro in più. Anche il millantato credito: si sarebbe spacciato per magistrato e filantropo. Il caso di don Luca è esploso nel 2016 grazie alle rivelazioni di un escort, un uomo con cui il prelato aveva avuto alcuni incontri: filmò tutto, per poi mostrarlo a una popolare trasmissione tv. Da lì i primi dubbi sulla provenienza dei soldi utilizzati dall’ex parroco di Fossone e Caniparola (Massa Carrara). A fare piena chiarezza sul modus operandi del prete sono state poi le testimonianze dei fedeli delle parrocchie dove aveva prestato servizio: hanno denunciato alla Procura di aver sovvenzionato per anni quel sacerdote che chiedeva offerte in denaro contante e assegni “in maniera insistente”.