La nuova moda del momento, ricorrere al Tribunale civile contro la bocciatura dei figli, ma non sempre le sentenze sono a favore
Gli ultimi casi, quello del ragazzo di Venezia bocciato con 54/100 e ammesso comunque col minimo dal Tar del Veneto, e quello della ragazza di prima media a Tivoli, in provincia di Roma, insufficiente addirittura in sei materie, ma successivamente promossa dal tar del Lazio, sono soltanto gli ultimi due casi di una lunga serie che sta creando non poche polemiche.
Sulla “poco istruttiva moda” di ricorrere al Tar per non far bocciare il proprio figlio da parte di genitori forse troppo “spregiudicati” è comunque deciso a intervenire anche il governo, nella figura del suo Ministro dell’Istruzione e del Merito, per fare chiarezza e restituire i giusti ruoli a tutte le parti in causa.
Oramai è un modus operandi dilagante. Al termine dell’anno scolastico, quando escono i giudizi finali sui registri elettronici, si va immediatamente a vedere quanti voti sono in rosso e quanti sono in verde. La conta finale divide i promossi dai bocciati che saranno costretti a ripetere l’anno scolastico, ma al contrario di quello che accadeva fino a pochi anni fa, in caso di bocciatura via con il ricorso al Tar per far annullare il giudizio scolastico finale e provare a far ugualmente promuovere o ammettere agli esami il ragazzo meno meritevole. Tra gli ultimi casi a tenere banco a livello nazionale ci sono sicuramente quello di Tivoli Terme, dove una studentessa di prima media è stata promossa nonostante sei materie insufficienti, e quello di Mirano, dove un ragazzo, bocciato a luglio 2022 alla Maturità, è stato ora promosso perché, nonostante l’esame andato decisamente male, durante l’anno scolastico aveva avuto un buon rendimento. Poi c’è il caso dello studente del liceo socio-pedagogico di Jesi: mentre era pendente il ricorso, il ministero ha mandato l’ispezione e il suo 58/100 è stato trasformato in un 60/100. Insomma non si vuole più riconoscere il giudizio dato agli alunni dai professori, dal consiglio di classe o dalla commissione d’esame.
Sulla questione ricorsi al Tribunali Civile è voluto intervenire il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che vuole provare a bloccare i continui ricorsi dei genitori contro le bocciature dei figli. “Ho costituito un gruppo di lavoro composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa per definire norme più stringenti affinché, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino e fatte salve le verifiche sulla regolarità delle procedure, non vengano messe in discussione valutazioni puramente tecniche che presuppongono specifiche competenze interne all’ordinamento scolastico”, ha dichiarato il Ministro. Oramai i casi di genitori che ricorrono contro le bocciature del figlio si sono allargati a tutta l’Italia, in Sicilia, Sardegna e Campania, nella provincia autonoma di Bolzano e anche Marche e come detto Lazio e Veneto, anche se alla fine soltanto in un caso su dieci gli alunni bocciati vengono reintegrati dal Tar.
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