Critiche per l’amministratore delegato di Mediaset: le dure parole dell’ex direttore di Rai 2 Carlo Freccero
Mesi fa, in occasione della presentazione dei palinsesti tv, l’amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, è stato chiaro: no al trash. Quello l’unico imperativo, categorico, dell’ad; nel caso specifico si parlava del flop dell’ultima edizione del Grande Fratello, ma il diktat vale chiaramente per tutti i programmi Mediaset.
Quando il palinsesto invernale è da poco cominciato, già ci sono alcune perplessità che riguardano gli ascolti. A commentare il cambio di passo che Berlusconi voleva, e vuole ancora oggi attuare, è stato Carlo Freccero, ex direttore di Rai 2 e grande esperto della tv italiana, ai microfoni de La Verità.
“La questione è controversa. L’editore vuole cancellare il trash, ma si osserva che, in realtà, lo si sostituisce con altro trash – esordisce Freccero – A questo punto sorge l’esigenza di dare una definizione esatta di trash e la cosa si fa complicata. Io vedo tutto in modo più semplice. La parola trash non designa qualcosa di deleterio. Il trash viene spesso scambiato con il kitsch, che è la degenerazione di modelli culturali alti tradotti in una versione volgare. Il trash è volgare tout court, anche senza bisogno di presupporre modelli alti. Ma volgare vuol dire popolare e il trash rappresenta anche la materia del pop”.
L’ex direttore poi prosegue: “Mi sembra che Pier Silvio abbia in testa un prototipo vincente, cioè Maria De Filippi. E voglia tradurre la sua tv in questa chiave. Prendiamo C’è Posta Per Te, la parte che si svolge in studio è un reality nel senso letterale del termine perché è una realtà che si forma di fronte alla telecamera. Ma a differenza di altri reality come il GF, che oggi è inconsistente perché i personaggi hanno poco da raccontare e quindi non fidelizzano il pubblico, De Filippi crea un impatto narrativo con una drammaturgia da feuilleton, che garantisce la partecipazione emotiva del pubblico. Lei lavora su dei topos antichissimi. In particolare il tradimento del legame familiare”.
Infine Freccero chiosa parlando più nello specifico dei cambi effettuati a Mediaset: “Non basta sostituire gli influencer con i giornalisti affermati per rendere il programma più autorevole. Le prestigiose Cesara Buonamici e Myrta Merlino sono fuori contesto. In più, mi spiace dirlo, mancano di quella vocazione nazional popolare che fa scattare nei programmi generalisti l’identificazione del pubblico”.
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