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Latte si o latte no: l’eterno dilemma

E’ uno degli argomenti forse più dibattuti da sempre. A cadenze regolari c’è sempre qualcuno che tira fuori questa fatidica domanda, ma la risposta è complessa

Il latte è un alimento di origine animale, e abitualmente con il termine latte si intende il latte vaccino, se si parla di latte di capra o di pecora, o di latte vegetale, questo va specificato.

I benefici del latte – Notizie.top –

Il latte vaccino è quello maggiormente consumato dall’uomo e presenta, in media, la seguente composizione: 87% di acqua, 4-5% di glucidi, 3% di proteine, 3-4% di grasso, 1% di vitamine e minerali. I glucidi sono quasi totalmente rappresentati dal lattosio, mentre altri zuccheri sono presenti solo in tracce.

Il latte è importante per l’uomo

L’essere umano ha introdotto il latte e i suoi derivati nella propria dieta quando ha imparato ad addomesticare gli animali. Prima non beveva latte ed era sprovvisto del gene che consente la produzione di lattasi, l’enzima capace di scindere il lattosio in glucosio e galattosio. Secondo queste tesi, quindi, il nostro intestino non si sarebbe ancora del tutto adattato a completare la digestione dei componenti del latte, rendendolo un alimento sconsigliato. In effetti il nostro organismo è “programmato” per consumare il latte materno nelle prime fasi della vita grazie a un enzima, la lattasi, che permette di digerire il lattosio (lo zucchero presente nel latte) dividendolo nelle sue due componenti, galattosio e glucosio. Con l’avanzare dell’età, la quantità di lattasi nell’organismo spesso diminuisce, fino a scomparire quasi del tutto attorno ai 5 anni. Proprio la “natura”, però, è intervenuta con modifiche a livello genetico nel corso dei millenni, consentendo ad alcuni soggetti di mantenere buoni livelli di lattasi anche in età adulta e poter bere così  latte senza problemi. È un classico esempio di evoluzione. Circa il 35-40% della popolazione mondiale può bere il latte anche in età adulta, grazie alla mutazione genetica definita lactase persistence (LP).

Il latte è molto importante per l’alimentazione dell’uomo – Notizie.top –

La soluzione per gli intolleranti

La LP é universalmente considerata uno tra i migliori e meglio conosciuti esempi di coevoluzione genetico-culturale. Secondo i dati i AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti), in Italia circa la metà della popolazione soffre di intolleranza al lattosio, soprattutto nel Sud Italia. Per chi è intollerante al latte, il lattosio arriva nel colon dove fermenta producendo gonfiore. Nei casi in cui vi è un sovraccarico di questo zucchero potranno presentarsi episodi di diarrea. Spesso la propria sensibilità al lattosio aumenta dopo gastroenteriti e sindrome del colon irritabile. In questi casi allora possiamo riconoscere delle controindicazioni al consumo di latte: l’Intolleranza al lattosio, ad esempio, si manifesta principalmente con reazioni gastro-intestinali che dipendono dalla quantità di latte assunto, ed è provocata da un deficit intestinale dell’ enzima lattasi. Nel lungo termine, se ignorata, può determinare malassorbimento. Poi c’è proprio l’allergia alle proteine del latte: coinvolge il sistema immunitario e ha una gravità acuta potenzialmente significativa. Più rara è la galattosemia: una malattia metabolica genetica che si basa sulla totale incapacità di metabolizzarlo. Infine una “semplice” scarsa capacità di digestione, i sintomi più frequenti sono la sensazione di pesantezza, il rigurgito e talvolta la nausea.

Il fabbisogno di latte serve a tutte le età – Notizie.top –

Con eccezione di questi casi, chiunque può bere latte.

Infatti il consumo di latte è importante per l’idratazione corporea: circa l’87-90% del volume è costituito da acqua, contribuisce all’apporto proteico ad alto valore biologico ed è una buona fonte di amminoacidi essenziali, inoltre aiuta a raggiungere le razioni raccomandate di certe vitamine e minerali, soprattutto vit. B2. Il fabbisogno di calcio è maggiore in fase di sviluppo e durante la vecchiaia, soprattutto per le donne in menopausa. La carenza alimentare cronica di calcio è associata ad anomalie della crescita e a un maggior rischio di malattie dello scheletro, soprattutto osteoporosi.

Mauro Simoncelli

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