Sono state per decine di anni lo spauracchio di chi ci veniva rinchiuso, perché dalle isole prigione era praticamente impossibile evadere
Sono almeno 270 le isole-carcere nel mondo, di cui un terzo ancora aperte, per detenuti comuni, oppositori politici, prigionieri di guerra. In Italia le più famose sono il penitenziario borbonico di Santo Stefano, che ospitò l’antifascista Sandro Pertini, poi l’Asinara e Favignana.
Sicuramente Alcatraz negli Usa è la più iconica e famosa, immortalata in un celebre film che tra l’altro raccontava di una rocambolesca fuga che ne decretò la chiusura, ma anche l’Isola Calva degli oppositori di Tito in Croazia. E ancora in Florida l’ex forte di Garden Key, Hashima in Giappone, per i soldati cinesi e coreani. Sono state davvero tante le prigioni costruite su delle isole che rendevano ancora più dura la vita ai detenuti reclusi all’interno di esse.
Per definire l’azione di separare, allontanare, impedire le comunicazioni è stato creato un verbo che deriva proprio dalla parola “isola”. Sì, perché da millenni e in tutti i continenti e in tutte le culture, i piccoli lembi di terraferma circondate dal mare sono state scelte per costringere in un luogo le persone sgradite. Esistono molte isole che sono state luoghi d’esilio per criminali, politici o per coloro che erano oppositori dei governi. Molti nomi famosi furono prigionieri in queste isole come ad esempio Napoleone a S. Elena o Nelson Mandela nella terribile Robben Island, in Sudafrica. Alcune sono diventate iconiche e ora oggetto di visite turistiche apposite come la mitica Alcatraz a largo della baia di San Francisco, ma oramai sono andate tutte in disuso. In Europa soltanto una è rimasta operativa e si trova in Italia, più precisamente a largo delle coste della Toscana. Gorgona, è composta da soli 222 ettari appartenenti al comune di Livorno, più o meno di fronte alla città, a circa 35 chilometri dalla costa, sul mar Ligure. Si tratta di un territorio prevalentemente montuoso (massimo 255 metri sul livello del mare) e ricco di vegetazione tipica della macchia mediterranea.
Due secoli fa il granduca di Toscana inviò circa duecento contadini per coltivarla, che però fecero di necessità virtù, dedicandosi solo alla pesca. Ma, già dal 1869, una parte dell’isola fu destinata a colonia penale all’aperto come succursale di quella di Pianosa. E, caso abbastanza raro, isola carcere è sempre è rimasta, da oltre centocinquanta anni, mai soltanto un carcere e mai senza detenuti. Dal 2012, è soprattutto “L’Isola che c’è”, grazie a un progetto in cui il vino è strumento di riscatto che insegna che cambiare vita si può. È il Progetto Sociale di Frescobaldi a Gorgona, nato in collaborazione tra la storica famiglia del vino italiano e la casa di reclusione dell’arcipelago toscano. La produzione di un vino bianco dop in collaborazione proprio con i detenuti.
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