Steven Spielberg ha raccontato a Variety di come è arrivato a dirigere uno dei film più importanti della storia del cinema.
La carriera di Steven Spielberg è stata inevitabilmente segnata da Lo Squalo, film distribuito nel 1975, che ha reso celebre la figura del regista al grande pubblico.
Nel corso di una recente intervista concessa a Vanity Fair, Steven ha raccontato del percorso professionale e artistico che lo ha portato alla regia de Lo Squalo, citando anche alcuni retroscena interessanti.
Considerato tutt’ora uno degli esponenti più alti del genere Thriller, il film ha da subito riscosso un successo straordinario, che non è affatto scemato con il passare degli anni. Ecco il racconto di Spielberg: “Ricordo che stavo lavorando alla post-produzione del mio primo film per il cinema Sugarland Express, e di aver visto la bozza di un libro chiamato Lo squalo. Era molto tempo prima che il titolo entrasse a far parte della coscienza collettiva – era solo una parola – SQUALO. Ho chiesto se potessi leggere il libro, senza sapere ancora che parlasse di un grande squalo bianco, un predatore delle spiagge di una cittadina chiamata Amity. Non avevo idea che sarebbe diventato uno dei più grandi best-seller della nazione”.
Spielberg prosegue, esprimendo le emozioni provate durante la lettura del libro: “Ho subito pensato: ‘Wow, questo è come il film per la televisione che ho fatto su un furgone e un autista disgraziato, chiamato Duel’. E ovviamente, visto che ero giovane e stupido mi sono detto: ‘Duel… ha quattro lettere e Jaws (titolo originale del film Lo squalo ndr) ha quattro lettere… e parlano entrambi di questi leviatani che predano persone innocenti’. Ho visto questo paragone tra i due e ho pensato a Lo squalo come a un sequel di Duel, solo in acqua”. Una storia fantastica, che, tuttavia, ha rischiato di interrompersi prematuramente. Difatti, un altro regista, si era aggiudicato il progetto e aveva già svolto dei colloqui con l’autore del libro, Peter Benchley.
I produttori, alla fine, scelsero comunque Spielberg: “Mi fecero sedere e mi annunciarono: ‘Vogliamo che tu diriga Lo squalo‘. Io dissi: ‘Cosa è successo all’altro regista?’ E loro mi spiegarono: ‘Abbiamo avuto una riunione con lui, ma lui continuava a riferirsi allo squalo di fronte a Peter Benchley come alla ‘grande balena bianca’. E Peter si è disinteressato parecchio dall’avere il suo squalo chiamato balena’. E così il progetto, infine, è arrivato a me”. Probabilmente una fortuna per tutti noi, che, ogni estate, non possiamo far altro che pensare a quel capolavoro uscito quasi cinquant’anni fa.
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