In un’intervista a tutto campo alla nuova radio della Lega della serie A, il presidente racconta alcuni retroscena di mercato e le aspettative per la nuova stagione
Il campionato è appena giunto alla terza giornata del suo lungo cammino che, complice la pausa per lasciare spazio alle varie nazionali, ha continuato comunque a far parlare di sé grazie alle parole rilasciate dai protagonisti. Uno di questi è senza dubbio il presidente della Lazio Claudio Lotito.
Amato e odiato, compreso e contestato. Vale sempre tutto e il contrario di tutto per descrivere la considerazione presso i tifosi della Lazio che riscuote il patron biancoceleste. Da più di 20 anni alla guida della prima squadra di Roma, è riuscito anche a ritagliarsi un ruolo importante nella gestione del calcio italiano.
Ai microfoni di Radio Lega Serie A, il presidente della Lazio, nonché senatore della Repubblica, Claudio Lotito, ha raccontato il momento del calcio italiano, della squadra biancoceleste e alcuni retroscena di mercato. Come quello che ha visto coinvolto questa estate il centrocampista serbo Milinkovic Savic, ceduto alla squadra araba dell’’Al-Hilal. “Per lui non abbiamo mai ricevuto offerte concrete da top club, l’unica vera fu da parte di una squadra italiana, di cui non farò il nome, che offrì oltre 100 milioni di euro“, svela il presidente della Lazio. “Io declinai l’offerta perché avevo preso l’impegno con Inzaghi e inoltre non avremmo fatto in tempo a sostituire Sergej, dato che quell’estate il calciomercato chiudeva a metà agosto”. Questa volta ha deciso la volontà del calciatore: la scelta di Milinkovic è stata personale: “Noi non lo volevamo vendere e sono arrivato a offrirgli anche ingaggi importantissimi, ma prima della fine del campionato mi aveva detto che avrebbe voluto fare una nuova esperienza”.
Uno dei problemi più grandi del calcio italiano, per restare al passo con i club più importanti d’Europa, è quello degli impianti: “Dobbiamo fare un impianto efficiente, che sia adeguato alle esigenze di club e tifosi, e che porti valore aggiunto”, afferma deciso Lotito. Quando costruisci uno stadio fuori città, devi crearci attorno un nucleo residenziale per farlo funzionare 360 giorni all’anno. Viceversa, se ristrutturi uno stadio dal valore storico, devi capire che alcune attività di ricavo non potrai mai metterle in campo. Il Flaminio non può efficientare al meglio i ricavi. A Roma è molto complicato realizzare uno stadio ex novo”.
Il senatore ha chiuso con la concreta speranza che l’Italia possa qualificarsi per il prossimo europeo di calcio. Non sono un mago, ma abbiamo tutte possibilità per riuscirci. Di giocatori se ne trovano tanti, di allenatori tanti, ma di presidenti pochi. Bisogna creare quell’alchimia non solo legata alla capacità tecnica, ma all’ambiente a 360 gradi. Io un minimo di competenza nel ruolo l’ho acquisita, e so che un presidente è fondamentale perché deve avere la capacità di stimolare e far esprimere al meglio i giocatori, oltre che la capacità di far credere in un progetto”.
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