Il servizio di messaggistica è un’app sicura e attenta alla privacy, ma a volte, però, può essere il canale scelto dai cyber-criminali per truffe e furti
Il nuovo mondo tecnologico nel quale stiamo vivendo ci offre diverse facilitazioni di cui beneficiare in termini di tempo e a volte anche di costi, ma contestualmente ci espone a numerose truffe a volte difficili da individuare e quindi gestire.
Il web ha cambiato le nostre vite, offrendo agli utenti numerose opportunità. In qualsiasi momento si possono trovare informazioni utili, notizie in tempo reale, si può cercare un nuovo lavoro, case in affitto o in vendita, offerte, fare acquisti, scambiare merce e comunicare con persone anche molto distanti. Tanti gli aspetti positivi, ma non mancano le insidie.
E’ indubbio che anche i social, così tanto bersagliati, per alcuni sono stati anche un utile strumento di conoscenza e paradossalmente di socializzazione, ma il problema è sempre lo stesso: la capacità di gestire consapevolmente tutto quello che abbiamo a disposizione per usarlo a servizio del nostro benessere e non il contrario, cioè per diventare schiavi noi stessi di like e stories. Ma è proprio dai social che spesso arrivano le truffe più subdole, perché dietro un messaggio può celarsi qualsiasi tipo di insidia, dalla più semplice alla più pericolosa. L’ultima truffa che gira molto su WhatsApp fa leva sui legami familiari, sul senso di protezione che ogni genitore ha nei confronti dei propri figli, sul generare la sensazione di emergenza e infine sull’attimo di distrazione che può capitare a ognuno di noi.
E’ quanto è accaduto a una donna anziana che ha ricevuto un sms con questo testo “Ciao mamma questo è il mio nuovo numero. Lo salvi e mi mandi un messaggio Whatsapp per favore?“. Fortunatamente la donna anziana non ci è cascata e ha chiamato subito le figlie per assicurarsi che fosse vero quello che c’era scritto. Una volta denunciato l’accaduto alla Polizia Postale, la stessa ha spiegato che bande di napoletani, dopo aver inviato questi messaggi, erano pronti a mandare ragazzi in trasferta nelle case di ignare vittime.
Molto simile all’altro messaggio che recita “Papà mi è caduto il telefono, mi mandi un WhatsApp al nuovo numero?” e sotto compare un link che rimanda al numero dei truffatori, i quali con abili stratagemmi potrebbero riuscire a farsi dare dati personali o addirittura soldi. Diverso, ma identico nelle finalità “Scusa, ma chi sei?“ messaggio molto pericoloso che stuzzica la curiosità di molti. Anche questo efficace nel catturare l’attenzione di una potenziale vittima che penserà di conoscere la persona dietro al numero dal quale ha ricevuto il mess e sarà talmente curioso di sapere chi c’è dietro quel contatto sconosciuto che potrebbe cedere alla tentazione di rispondere a sua volta, mettendosi in pericolo. I consigli sono fondamentalmente gli stessi per tutti: mai cedere alla curiosità e fornire i propri dati personali, tra cui nome e cognome, o addirittura il proprio Iban a sconosciuti tramite chat WhatsApp, email o SMS, meglio non rispondere del tutto e rivolgersi subito alle autorità. Infine è bene consultare il sito della Polizia postale per essere sempre aggiornati sul tipo di truffe che “girano” e leggere qualche consiglio per difendersi.
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