La transizione ecologica prosegue a rilento e i numeri registrati in merito alla quantità di macchine elettriche presenti, fanno riflettere
L’Europa è pronta per la definitiva transizione ecologica? Sembrerebbe proprio di no e i dati rilevati, se pensavate che il vecchio continente stesse proseguendo a gonfie vele nella conversione all’elettrico, sono piuttosto inquietanti.
Gli analisti, ma anche semplicemente un rapido sguardo alla realtà, ci mostrano come la presenza di vetture con motorizzazione elettrica è davvero rara e non soltanto nel nostro paese, ma anche nel resto del continente.
In Europa le statistiche parlando chiaro: soltanto lo 0,8% delle vetture è elettrica e, se credevate che le ibride avessero invaso il mercato, nel caso delle plug-in parliamo comunque di un misero 1,5%, decisamente non sufficiente a modificare nel profondo l’infrastruttura della mobilità europea. Parlando proprio di infrastruttura, pare essere proprio qui il problema, dato che la gran parte della popolazione, tende ad evitare di comprare una macchina con motorizzazione elettrica, a causa della scarsa possibilità di ricaricarne l’autonomia. Nel nostro paese, come nella gran parte del mondo, l’infrastruttura di ricarica non è all’altezza dell’eventuale domanda scaturita da una conversione di massa. E’ anche per questo che, se in questo momento si ipotizza di effettuare uno spostamento fuori città, ci si ritrova a dover pianificare nel dettaglio ogni sosta, con tempi di attesa inevitabilmente diversi dal mondo termico.
Nell’attesa che i governi si decidano a incrementare le infrastrutture e ad incentivare lo sviluppo di macchine in cui ci sia la possibilità di sostituire direttamente il pacco batterie, invece di doverlo ricaricare ad ogni tragitto, Aspen Institute Italia sta spingendo per l’utilizzo di carburanti alternativi, nel tentativo di calmierare le ripercussioni di questa lenta e dolorosa transizione ecologica. Ricordiamo che nel 2035 l’Unione Europea ha intenzione di bloccare definitivamente le eventuali immatricolazioni di veicoli dotati di motore a scoppio, ma ciò significa altri 12 anni di emissioni e, sopratutto, non è scontato che ciò avvenga realmente nei tempi prestabiliti.
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