Maltempo, le “supercelle”: ecco le cause dei nubifragi violentissimi

ll fenomeno temporalesco, scoperto per la prima volta da due scienziati canadesi nel secondo dopoguerra, è il responsabile dei disastri in Lombardia

Gli esperti li avevano previsti e puntualmente si sono verificati, i violentissimi temporali simili a piccoli cicloni, perchè accompagnati da raffiche di vento fortissimo, che hanno messo in ginocchio il Nord Italia. Nubifragi, grandinate e raffiche di vento che hanno abbattuto centinaia di alberi sono la triste realtà di un’estate italiana davvero anomala dove il Sud fa i conti con temperature eccezionali e il fuoco che brucia tutto e minaccia anche i centri abitati e le regioni settentrionali flagellate da maltempo straordinariamente intenso.

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Le “supercelle” sono i fenomeni più pericolosi in termini di potenza sprigionata e potenziali danni. Si tratta di immensi sistemi temporaleschi alti fino a 10/12 km al cui interno è presente una zona di bassa pressione definita in termine tecnico mesociclone.

Devastanti temporali simili a cicloni

All’inizio di questa settimana sono arrivati all’improvviso e hanno devastato il nord Italia, in particolare la regione Lombardia pesantemente colpita nella notte tra lunedì e martedì scorso. Il fenomeno climatico che sta spaventando milioni di italiani e che sta provocando milioni di danni si chiama “supercella”. Si tratta di una gigantesca coltre di nubi scure che scarica venti fortissimi fino a 100 km/h (ecco perchè vengono considerati dei piccoli cicloni) e grandinate record, con palle di ghiaccio grosse come quelle da baseball. Un fenomeno sconosciuto alle nostre latitudini, ma che per decenni ha flagellato gli Stati Uniti e la Russia. E ora, complice un surriscaldamento della terra e dei mari, tende a spostarsi sempre più verso sud. La conoscenza di questi particolari fenomeni la dobbiamo a due veri pionieri della meteorologia, Horace R. Byers e Roscoe R. Brahams, che con gli aerei da guerra degli anni Quaranta provavano a entrare fin nel cuore di questi super ammassi di nuvole per studiarne le caratteristiche.

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Come funziona una “supercella”

Nonostante le attuale conoscenze e l’uso del computer, restano ancora sconosciuti molti meccanismi di come si creino queste formazioni temporalesche fortissime. “Anche un esperto che avesse visto arrivare il fronte temporalesco non avrebbe potuto dire che eravamo di fronte a una supercella. Questo perchè ciò che la caratterizza è un cuore rotante sul proprio asse che si forma intorno a una bassa pressione molto piccola rispetto a quelle dei cicloni atlantici”, queste le parole del prof. Vincenzo Levizzani, dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera del Cnr di Bologna, rilasciate al Corriere della Sera. Si tratta di una bassa pressione alla mesoscala di qualche centinaio di metri fino a 1-2 chilometri di diametro. La cella ruota in maniera ciclonica con un moto antiorario caricandosi via via di energia che poi sprigiona con forza devastante. Con il caldo in aumento cresce pure l’energia potenziale a disposizione di queste celle temporalesche imponenti, in grado di provocare eventi meteo estremi come quello della grandine grossa e, in alcuni casi, la supercella può innescare anche pericolosi tornado.

 

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