Marvel, il duro attacco di una celebrità: “Marvel ha rovinato le commedie!”

Duro attacco di Adam Devine alle produzioni di supereroi e, in particolare, alle conseguenze del grande successo dei film Marvel.

La spaccatura di opinioni nei confronti delle produzioni Marvel prosegue e, stavolta, è stato Adam Devine, celebre attore comico statunitense, a dire la sua su questa tendenza cinematografica.

Marvel – Notizie.top

L’attacco di Devine non si è incentrato su una disamina qualitativa dei prodotti Marvel o Dc, ma più che altro sulle conseguenze produttive e distributive della moda dei cinecomic, che avrebbero definitivamente ucciso il mercato delle commedie leggere.

Colpa solo della Marvel? Forse no

Se nel caso delle commedie televisive, la situazione appare ancora sostenibile, è in sala che questo genere, secondo Devine, paga inevitabilmente lo scotto di un’industria cinecomic-centrica. C’è anche da sottolineare che, il genere dei cinecomic, sta lentamente scemando sul piano dei ritorni commerciali, basti pensare che, quest’anno, tra i film che hanno incassato di più, sono pochi i cinecomic. Un elemento che fa facilmente intuire come non siano stati i cinecomic in se ad aver allontanato il pubblico pagante dalle sale, ma, probabilmente, la coincidenza di una serie di fattori, tra cui l’avvento delle piattaforme in streaming, che ne relega la fruizione al divano.

Adam Devine – Notizie.top

Le parole di Devine, comunque, sono state piuttosto dirette: “La mia teoria è che penso che la Marvel abbia rovinato il genere della commedia”. Subito dopo, l’attore prosegue, argomentando: “Credo che i film sui supereroi abbiano avuto questo effetto, perché oggi le persone vanno al cinema e si aspettano di vedere un film che costa 200 milioni di dollari, ma le commedie non sono così. Però giustamente lo spettatore medio si domanda: ‘Bene, perché dovrei spendere il mio denaro per andare a vedere una piccola commedia in un piccolo cinema, quando con la stessa somma posso andare in un multisala a vedere qualcosa che è costato 200 milioni di dollari?”. Una disamina parzialmente condivisibile, che, tuttavia, rischia di prendere in considerazione soltanto una porzione delle motivazioni per cui il pubblico preferisce non recarsi al cinema per assistere ad una commedia leggera e spensierata.