Matriciana o Amatriciana, come si dice correttamente? In merito a questa domanda è stata trovata subito la risposta che tiene sulle spine milioni di italiani
Matriciana o Amatriciana, questo è il problema. Sì, sicuramente vi verrà un certo appetito visto che stiamo parlando di uno dei piatti più conosciuti e amato dagli italiani. In particolar modo quelli di Roma che la considerano come uno degli elementi più importanti della cucina del nostro Paese. Anche se, a dire il vero, ci sono ancora parecchi dubbi su come si pronuncia correttamente questo piatto.
Ancora milioni di persone, infatti, hanno nutrito più di un dubbio su quale sia la parola corretta in merito a questo piatto. A dire il vero la risposta ufficiale (che toglie ogni minimo dubbio) c’è. Tanto è vero che gli stessi abitanti della Capitale, fino a poco tempo fa, erano completamente divisi su come si pronunciasse correttamente questa parola.
Matriciana o Amatriciana, qual è la definizione corretta?
Udite udite (anche se in questo caso sarebbe più corretto scrivere “leggete leggete”) sono entrambe definizioni corrette. Anche se, però, allo stesso tempo si tratta di due preparazioni completamente differenti. Una è l’antenata dell’altra. La prima (ovvero Matriciana) è un piatto romano bianco, preparato con pecorino e guanciale. Quasi identico alla gricia romana.
Un nome che, a dire il vero, proviene dalla denominazione che prende il timbro sulla guancia del maiale, ovvero “matrice“. Per quanto riguarda l’Amatriciana, invece, sappiamo bene che la base principale è il sugo, quindi il pomodoro. Anche in questo caso bisogna utilizzare il guanciale che è l’ingrediente principale. Finita qui? Neanche per sogno visto che sorgono altri dubbi.
Ovvero la storia e l’origine di questo piatto. L’Amatriciana è contesa tra Roma ed Amatrice. Un piatto che, appunto, veniva preparato a Roma, dove alcuni pastori provenienti dalle zone appenniniche italiane (Amatrice e dintorni) venivano a fare i loro commerci. Un piatto che i pastori hanno apprezzato sin da subito, tanto da modificarlo aggiungendo il pomodoro.
In conclusione, però, c’è da precisare che anche in questa vicenda spunta un’altra città: ovvero Napoli. Ora vi starete chiedendo cosa c’entri il capoluogo della Campania in tutto ciò. La risposta è sin troppo semplice: verso la seconda metà del ‘700, Amatrice e le zone limitrofe, erano sotto il potere del Regno di Napoli. Proprio da qui si iniziò a scoprire e coltivare il pomodoro. Anche se Roma ha sempre rivendicato il tutto.