Che cosa è il caso di fare quando ci si trova davanti ad una medusa? Che cosa succede quando ci pungono?
Può capitare di farsi il bagno e di trovarsi in compagnia di una medusa, forse non sempre succede ma è una evenienza da non prendere sotto gamba e che può capitare: in linea di massima il contatto con questo animale nei nostri mari, può portare sempre a dei problemi di non poco conto.
“Il contatto con i tentacoli di una medusa può produrre diversi effetti, a seconda del tipo di medusa che si incontra. Per esempio il Rhizostoma pulmo, o polmone di mare, la medusa più grande del Mediterraneo, rilascia una tossina poco urticante capace di provocare un’irritazione cutanea che di solito si risolve in breve tempo. Più urticante risulta invece la Pelagia noctiluca, medusa anch’essa diffusa nel Mediterraneo dotata di un piccolo ombrello di colore violetto e fluorescente di notte, che in estate forma spesso banchi estesi che flagellano le coste. Ben più pericolose sono le cubomeduse tropicali e la “caravella portoghese”, presente un po’ ovunque, che ogni tanto si trova anche arenata sulle spiagge del Mediterraneo” questo dice Luca Cegolon, medico epidemiologo e ricercatore universitario in igiene e sanità pubblica presso l’Università di Trieste.
Ma non finisce qua, ci sono dei particolari a cui prestare attenzione che sono collegati ai sintomi che questo contatto può provocare e anche i rimedi da prendere in considerazione.
Non ci sono dubbi che il contatto con la medusa può provocare dei problemi da non sottovalutare anche quando sembra che la conduzioni sia davvero innocua, ma invece non lo è.
“Il contatto con i tentacoli causa un dolore urticante accompagnato da gonfiore, eritema, vescicole e bolle. Le meduse tropicali danno un’irritazione locale molto più intensa rispetto a quelle del Mediterraneo, con segni che hanno spesso l’aspetto di frustate. Alcune meduse tropicali, come la vespa di mare e altre piccole cubomeduse australiane (Carukia barnesi), possono causare effetti sistemici letali su cuore e apparato cardiorespiratorio” questo fa sapere l’esperto.
Ovviamente come per tutte le cose, anche in questo caso ci sono delle soluzioni che vanno sempre prese in considerazione e che sarebbe il caso di tenere a mente qualora si presentasse l’occasione.
Partiamo dicendo che la prima cosa da fare nel caso in cui si venisse in contatto con una medusa è quello di rimuovere i tentacoli, poi evitare l’acqua dolce e di grattare o toccare la parte colpita, anche con la sabbia, perché si rischia l’ulteriore fuoriuscita di veleno dalle nematocisti depositate sulla pelle dai tentacoli. Lo step successivo è quello di lenire il dolore magari usando anche degli impacchi di ghiaccio o bicarbonato di sodio da applicare sulla cute, analgesici topici (lidocaina) oppure, se opportuno, antinfiammatori per bocca.
“Il calore inattiva le tossine, effetto utile in particolare con le punture da cubomeduse tropicali e la caravella portoghese. Mentre l’aceto è fondamentale ai tropici, in particolare in Australia, diventa controproducente contro le specie mediterranee, acuendo i sintomi locali. Altre sostanze da evitare con tutte le specie sono l’alcol e l’ammoniaca, perché peggiorano i sintomi” ha poi concluso sempre l’esperto.
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