Michael Jordan è il più grande giocatore di basket di tutti i tempi. Il più famoso. Colui che ha cambiato per sempre la percezione dell’Nba nel mondo. Ma nella carriera di MJ c’era anche un lato oscuro…
Il dibattito su chi sia il più grande cestista di tutti i tempi è sempre aperto, ma la maggior parte degli appassionati sembra confluire sul nome di Michael Jordan.
His Airness ha sicuramente portato l’Nba e il basket a un livello superiore, a una dimensione che prima non aveva mai avuto nel mondo e quindi fuori dai confini degli Stati Uniti D’America. Sei volte campione Nba, due volte campione olimpico, cinque volte player of the season e tre Mvp delle finals, miglior sportivo americano di tutti i tempi secondo Espn, la carriera di MJ è stato un trionfo, una meravigliosa fonte d’ispirazione per migliaia di giovani amanti del basket. Ma non è tutto oro quel che luccica. Dietro alla faccia della medaglia luminosa e di successo, ce n’è un’altra oscura e sicuramente meno edificante. Non è un mistero che Michael Jordan fosse un accanito giocatore d’azzardo, la questione è stata affrontata anche nel noto documentario “The Last Dance”. L’indole competitiva di Jordan lo spingeva a voler vincere in ogni campo, anzi a voler stravincere. E così ecco che il giocatore dei Bulls scommetteva di fatto su ogni cosa: carte, golf, al casinò.
Michael Jordan e il gioco d’azzardo: un legame pericoloso
Una passione smodata che gli costò anche diversi problemi. Nel 1992, Michael Jordan venne indagato dall’agenzia governativa che si occupa della riscossione dei tributi. I funzionari dell’IRS indagarono su un passaggio di denaro, pari a 57 mila dollari, da Jordan a James Bouler, un trafficante di cocaina accusato anche di riciclaggio di denaro sporco. Pochi mesi dopo, lo stesso giocatore dei Bulls testimoniò in tribunale che la somma era stata emessa per risanare un debito di gioco. C’è anche chi associa la morte del padre di MJ a questo legame con Bouler. James Jordan venne assassinato nel ’93 da due malviventi e le indagini conclusero che si trattò di una rapina finita in tragedia. Ma per alcuni i due furono assoldati dalla malavita per punire Jordan a causa dei tanti debiti accumulati giocando. Una versione che non ha mai trovato conferme.
Certo è che anche l’Nba, tra il ’92 e il ’93, indagò sulle abitudini di gioco di Michael che, nel 1993, decise di ritirarsi dalla pallacanestro e dedicarsi al baseball. Per alcuni, però, MJ non si ritirò, ma fu segretamente sospeso dai vertici della lega. Anche questa versione non fu mai confermata. Jordan tornò a giocare poi nel ’95 e vinse altri tre anelli con i Bulls.