Sono passati 10 anni da quel tragico incidente sugli sci che ha cambiato per sempre la vita del più grande pilota di Formula Uno
Era 29 dicembre 2013 quando la vita del pilota tedesco, 7 mondiali in F1 di cui 5 con la Ferrari, veniva stravolta da una caduta sugli sci, causandogli gravi lesioni cerebrali. Le sue condizioni restano ancora oggi critiche, con uno strettissimo riserbo che alimenta più mistero che speranze.
Michael Schumacher ha avuto una carriera leggendaria tra il 1991 e il 2012, quando decise di ritirarsi dalle corse. Il pilota tedesco è considerato uno dei più grandi piloti della storia della F1, amatissimo dai tifosi ferraristi, grati al tedesco per aver riportato Maranello in cima al mondo con cinque mondiali piloti consecutivi. Ha segnato un’epoca vincendo 72 gare e ben 7 titoli mondiali, record uguagliato soltanto dall’inglese Hamilton.
Michael Schumacher ha sdoganato la Formula Uno portandola a un livello più elevato di competizione e popolarità. I sette titoli mondiali, ma soprattutto i 5 consecutivi vinti al volante della Rossa di Maranello, lo hanno consacrato come uno dei più grandi in assoluto della storia del Motorsport. Una vita passata a tutta velocità a inseguire l’arcobaleno di una vittoria, a oltre 300 chilometri all’ora su tutti i circuiti del mondiale di F1, sfidando il destino a ogni curva, a ogni sorpasso, a ogni staccata, Schumy sembrava invincibile. Duro pensare alla beffa atroce che quel destino gli ha riservato quando, appena appeso il casco al chiodo, una giornata sulla neve gli è costata, se non la vita, la possibilità di continuare a viverla normalmente. Era la mattina del 29 dicembre del 2013 quando una curva di troppo sulla neve fresca gli fa “impuntare” gli sci e la conseguente inevitabile caduta lo porta a sbattere la testa su un masso che affiora dal manto bianco. Nonostante il casco, che indossava regolarmente, il colpo fortissimo gli provoca seri danni e nonostante tutte le cure immediate e il tempo trascorso, ancora oggi il campione tedesco porta le conseguenze indelebili di quell’impatto.
Sono passati quasi 10 anni e il più stretto riserbo è calato sulla vita del campione tedesco. Sappiamo solo che la moglie Corinne è sempre al suo fianco nell’impossibile percorso di recupero, così come il figlio Mick che ha provato a portare quel cognome nel mondo della Formula Uno, rimanendo però a sua volta schiacciato dal peso della leggenda. Una volta disse: “Lavoro per gareggiare, perché sono un pilota e lo sarò sempre. In ogni caso sono molto contento, è bello imparare dalle persone che ci sono in questo team. Perché molte di queste hanno lavorato con mio padre e c’è questa connessione sicuramente speciale e suggestiva, infatti mi sento a casa, e a essere sincero vedrò passo dopo passo quali opzioni avrò per il prossimo anno senza nessun pregiudizio”. Anche i pochi amici fidati hanno rispettato il silenzio richiesto, come Jean Todt. “Come sta oggi? Chi dice che sa qualcosa, non sa niente. Lasciamolo tranquillo, rispettiamo la volontà di privacy di Corinna e dei figli, sappiamo che quell’incidente ha avuto delle conseguenze Lui e la sua famiglia sono la mia famiglia’”. Ma le parole più difficili da accettare le ha pronunciate Roger Benoit, giornalista e amico di Schumi “Come sta oggi Schumacher? Non lo so. La risposta a questa domanda è una sola e l’ha data suo figlio Mick nel 2021 in una delle sue rare interviste: ‘Darei qualsiasi cosa per parlare con papà’. Questa frase dice tutto di come sta suo padre da oltre 3.500 giorni. È un caso senza speranza”.
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