Miguel Bosè vince in tribunale contro la richiesta avanzata dall’ex compagno di riunire le coppie di gemelli avuti da maternità surrogata.
Nacho Palau, noto scultore spagnolo, e Miguel Bosè sono stati insieme per 26 anni poi hanno deciso di porre fine alla loro relazione. La scelta ha comportato delle conseguenze rilevanti nei confronti delle due coppie di gemelli che i due hanno avuto da maternità surrogata. I bambini sono stati separati, nonostante si identificano come fratelli: una coppia vive in Messico con Bosè, mentre l’altra è rimasta a Valencia con Palau.
Quest’ultimo ha mal tollerato la situazione che a suo avviso fa soffrire i bambini costretti a crescere separati e lontani. Per questo lo scultore è ricorso al tribunale e ha presentato un’istanza con il fine di far riconoscere i quattro ragazzi come dei veri fratelli. L’uomo desiderava dare ufficialità all’identità famigliare creata con l’ex compagno. Il cantante tuttavia ha respinto le richieste di Palau e oggi il tribunale ha riconosciuto che tra i fratelli non ci sono relazioni biologiche e di conseguenza non è necessario che vivano sotto lo stesso tetto.
“Il legame socio-affettivo dei figli tra loro e con la persona che era la compagna del rispettivo padre non è di per sé un titolo per stabilire un vincolo legale di affiliazione”, si legge tra le motivazioni della sentenza. Inoltre è stato ribadito che la mancanza di legami biologici impedisce di fatto il riconoscimento dell’identità famigliare. I due ex compagni avrebbero potuto risolvere la situazione attraverso l’istituto dell’adozione, strada che Palau e Bosè non hanno voluto intraprendere.
Miguel Bosè, i giudici della Corte Suprema gli danno ragione
La Corte Suprema ha dato ragione a Miguel Bosè. Le richieste dell’ex compagno in merito ai loro figli non sono state accolte e questo perchè mancano di legami biologici. I quattro ragazzi, cresciuti insieme per 10 anni, dovranno vivere separati in due città diverse.
Diego e Tadeo, 12 anni, rimangono in Messico con il cantante, mentre Ivo e Telmo che oggi anno 11 anni cresceranno in Spagna. Una scelta radicale, che crea in materia anche un precedente giudiziario. La buona intenzione dello sculturo di tenere unita la famiglia non è stata sufficiente per i giudici, che hanno deciso secondo la normativa in corso.