Miroslav, 23 anni, ha ricevuto il diploma Uefa C. Ha giocato nel settore giovanile della Lazio e della Sampdoria, ora ha iniziato il proprio percorso da tecnico e lasciato sui social un dolce messaggio per il padre
Cercherà di ripercorrere le orme del padre. Non in campo, ma in panchina. Miroslav Mihajlovic, uno dei figli di Sinisa, ha iniziato la propria “carriera” da tecnico riuscendo a conseguire il patentino da allenatore base. Ha ricevuto da poco il diploma Uefa C, si tratta del primo passo per intraprendere il percorso da allenatore.
Miro ha 23 anni e potrà allenare le squadre giovanili, esclusa la categoria Primavera, per quella servirà un ulteriore step. Il ragazzo ha voluto dedicare al papà, scomparso lo scorso 16 dicembre, delle parole dolcissime sui social. Ha utilizzato Instagram per lanciare un messaggio al cielo: “Caro papà, sarai sempre il mio orgoglio e la mia fonte di ispirazione, cercherò in tutti i modi di renderti orgoglioso perché so che da lassù mi guarderai e mi darai la forza come hai sempre fatto”. Miroslav, a gennaio, è entrato nello staff tecnico dell’Urbetevere, una delle più importanti società di Roma. Ruolo da collaboratore delle giovanili.
Ha giocato nel settore giovanile della Lazio e della Samp
È uno dei sei figli dell’ex calciatore, nel calcio ha avuto esperienze da baby giocatore, ha fatto parte delle giovanili della Lazio, del Tor di Quinto (altra società romana) e per un breve periodo anche della Primavera della Sampdoria. Poi ha messo da parte gli scarpini e si è dedicato agli studi. Quella passione, ora, ha deciso di portarla avanti in un’altra veste, quella indossata dal padre a partire dal 2006, quando all’Inter divenne vice-allenatore di Roberto Mancini, attuale commissario tecnico della nazionale italiana.
Sinisa, poi, ha toccato tantissime piazze nei successivi 15 anni: Bologna, Catania, Fiorentina, la nazionale serba, Sampdoria, Milan, Torino, Sporting Lisbona (incarico durato soltanto nove giorni) e di nuovo Bologna. Proprio mentre era alla guida dei rossoblù gli venne diagnosticata la terribile leucemia, contro cui ha combattuto con il solito spirito battagliero che ha caratterizzato la sua vita. Se n’è andato a testa alta.