Il leggendario sceneggiatore Paul Schrader ha severamente bocciato il nuovo Mission Impossible, paragonandolo ad un lavoro svolto da una AI.
Mentre le produzioni sono piuttosto persuase a sostituire i propri scrittori di sceneggiature con dei freddi algoritmi, Paul Schrader critica aspramente la scrittura dell’ultimo Mission Impossible, affermando in maniera provocatoria che una AI avrebbe potuto svolgere il lavoro allo stesso modo.
Intanto, mentre Schrader spara a zero sul blockbuster prodotto e interpretato da Tom Cruise, la critica e il pubblico sembrano promuoverlo senza mezzi termini, manifestando una certa ansia per l’arrivo della seconda parte, prevista per il 27 giungo 2024.
Le dure parole di Schrader
L’incombente prospettiva dell’intelligenza artificiale ha caratterizzato gli ultimi mesi e, anche i lavori che non avremmo mai sospettato potessero essere sostituiti, ora sembrano essere fortemente a rischio, a causa delle nuove tecnologie distribuite gratuitamente in tutto il globo. Alcuni tentativi di intelligenza artificiale applicata al mondo della produzione audiovisiva, sono già avvenuti e lo sciopero degli sceneggiatori ha sollevato proprio questa criticità, per scongiurare un futuro in cui le produzioni possano fare a meno degli scrittori di film. Schrader è senza dubbio uno degli sceneggiatori più acclamati del secondo novecento, grazie a pellicole come Taxi Driver, e una sua bocciatura possiede un peso specifico poco trascurabile.
La sentenza è perentoria e non ammette interpretazioni: “Mission: Impossible – Dead Reckoning. Una tale noiosa sciocchezza. Non c’è ragione per cui una IA, una volta fornitele le corrette istruzioni, non possa aver scritto questa sceneggiatura”. Parole forti, che, tuttavia, dimostrano una bassa considerazione dell’AI, ma, allo stesso tempo, che Schrader ha compreso in parte le potenzialità del mezzo in questione. Nonostante ciò, il verdetto ci risulta fin troppo severo, soprattutto considerando che la sceneggiatura di questo settimo capitolo, non ha nulla da invidiare a molti dei film d’azione più acclamati degli ultimi anni. Trama semplice, lineare, ma ben congegnata, con persino alcune riflessioni accennate, proprio sull’intelligenza artificiale. Insomma… la giusta impalcatura su cui costruire lo spettacolo visivo che Mission Impossibile vuole essere.