Una ricerca elaborata dalla Grossman School of Medicine della New York University ha provato a dare una risposta
Che cosa accade al nostro cervello dopo la morte? A questa domanda ha provato a rispondere lo studio della Grossman School of Medicine della New York University. Nonostante milioni di persone abbiano riportato un’esperienza di pre-morte (NDE), la spiegazione del fenomeno è ancora un mistero. Secondo i ricercatori dell’International Association for Near-Death Studies, questi fenomeni si verificano per un cambiamento all’interno del flusso sanguigno al cervello durante eventi improvvisi che mettono in pericolo la nostra vita. Un recente studio della Grossman School of Medicine della New York University ha esaminato diversi ricordi ed esperienze di un gruppo di pazienti colpiti da arresto cardiaco e sottoposti successivamente a rianimazione cardiopolmonare. La scoperta è che dopo la morte il cervello continua la sua attività e genera coscienza.
Lo studio ha quindi esaminato l’attività dell’elettroencefalogramma e i suoi livelli di ossigeno cerebrale, registrati da un gruppo di medici durante la rianimazione cardiopolmonare di 567 pazienti. L’attività è stata misurata a intervalli di due o tre minuti. Da questa analisi sono spuntati fuori alcuni cambiamenti nei diversi tipi di oscillazioni neurali, modelli di attività elettrica ritmica del tessuto nervoso, nel sistema nervoso centrale, coinvolti in funzioni altamente cognitive, come concentrazione, sogno, meditazione, recupero della memoria, elaborazione delle informazioni e percezione cosciente, anche a distanza di un’ora. Perciò parliamo di “esperienze di morte lucide“.
Cosa succede al cervello dopo la morte
Sfortunatamente, solo 53 delle 567 persone coinvolte nello studio sono state riportate in vita. Di questi, 28 sono stati intervistati su ciò che ricordavano e solamente in 11 hanno riferito di essere consapevoli durante la rianimazione. 6 persone, invece, hanno riportato un “esperienza della morte ricordata“. Queste sono state classificate insieme alle testimonianze di altri 126 sopravvissuti ad arresto cardiaco non coinvolti però nello studio. Si è scoperto che molte persone riferiscono la stessa esperienza e che la loro coscienza diventa più intensa. Hanno la sensazione di essersi separati dal corpo e ripercorrono la loro vita.
Un’esperienza simile è stata vissuta da un uomo di 80 anni, come riportato dalla CNN. “Aspettate un minuto prima di procedere. Fatemi un altro pò di anestesia. Beh, mi ci è voluto un minuto per capire che non ero nella loro stessa dimensione, quindi non potevano sentirmi comunque” ha raccontato, spiegando di aver visto il corpo “intrecciarsi attraverso la gabbia toracica e fluttuare”. “Quando sono arrivato lassù, ero alla presenza di Dio, con la luce che splendeva da dietro di lui. La luce era più brillante di qualsiasi cosa avessi mai sperimentato qui sulla Terra, ma non era accecante. E c’era l’angelo più dolce che mi potesse confortare che mi ha detto ‘Rilassati. Andrà tutto bene’, e che sarei dovuto tornare indietro. Ora so che sono stato rimandato indietro per raccontare ad altri la mia esperienza” ha aggiunto e concluso.