Oltre alle aziende e agli immobili, esiste un’altra eredità che probabilmente non sarà mai reclamata o che non è tra i primi pensieri di chi dovrà spartire il ricco patrimonio
Resta grande l’attesa per l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi, inizialmente attesa per il 26 giugno e slittata per problemi tecnici al mese di luglio. I cinque figli sono di certo gli eredi legittimi dell’ex Cavaliere, ma pare ormai certa la presenza di Marta Fascina, sua ultima compagna, all’interno dell’asse ereditario.
Esiste un’altra eredità lasciata dall’ex Presidente del Consiglio, che non è quella delle aziende di famiglia, neanche quella delle tante ville sparse per il mondo e neppure quella politica che già comincia a mostrare qualche crepa di troppo all’interno del partito creato da Berlusconi.
Un’ eredità contesa
Anche se l’apertura della busta testamentale è slittata per motivi tecnici ai prossimi giorni, non dovrebbero esserci sorprese sulle ultime volontà lasciate in eredità dall’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. La gestione del gruppo Fininvest con MFE-Mediaset, la quota in Mediolanum, e la Mondadori resteranno saldamente nelle mani di Marina e Pier Silvio, i figli nati dal matrimonio con Carla Dall’Oglio. Resta sicuramente più curiosità su come il Cavaliere abbia voluto destinare l’altra parte del patrimonio agli altri figli e sulla quota destinata alla quasi moglie Marta Fascina. L’ex Premier avrebbe infatti fatto modificare la carte proprio per inserire lei, alla quale spetterebbe, per il terzo del patrimonio a disposizione in caso di successione testamentaria, un immobile e un lascito in denaro. Ma oltre alle aziende e alle tante proprietà immobiliari, c’è tutto un altro mondo di cose da destinare e da assegnare che probabilmente all’inizio non attireranno l’attenzione degli eredi, ma che poi per forza di cose dovranno trovare una sistemazione.
L’eredità dimenticata
Esiste poi tutta una parte di eredità che è andata sempre meni sotto i riflettori, perchè non riguarda né l’azienda di famiglia né le tante proprietà immobiliari. Ad esempio le imbarcazioni, le opere d’arte, persino oggetti di poco valore se paragonati ad altri, che col passare degli anni, soprattutto dopo la morte del legittimo proprietario, hanno acquisito un valore storico decisamente superiore a quello di mercato. Tre gli yacht extralusso appartenuti a Silvio Berlusconi che fanno gola agli eredi anche se oramai datati: la San Maurizio (acquistata nel 1977), la Magnum 70 (comprata nel 1990) e Principessa VaiVia, barca da 40 metri, costruita nel 1965. Silvio Berlusconi era un collezionista di opere d’arte e la collezione custodita a Villa San Martino vanta opere di Tintoretto, Ghirlandaio, Guido Reni, Tiziano, Canaletto, Rubens per un totale di 24mila capolavori.
Nella lista delle proprietà di Silvio ci sono anche oggetti particolari che all’epoca hanno rappresentato regalie tra capi di Stato, omaggi che celebravano un’amicizia. Come non ricordare il famoso letto extralarge, gentile dono di Vladimir Putin, sistemato all’inizio nella residenza romana di Palazzo Grazioli e successivamente spostato a Villa Grande. O i tre cammelli regalati al quattro volte premier da Muammar Gheddafi in persona, che però Silvio si è ben guardato dal portare in Italia e che non ha mai ritirato dallo zoo di Tripoli. E infine le 5 repliche delle Coppe dei Campioni vinte dal suo Milan, piazzate all’entrata di Villa San Martino, orgoglio infinito del Cavaliere.