Anche la conduttrice non nasconde lo shock per la tragedia consumata ai danni della giovane incinta: ecco l’appello della svizzera
E’ di questi giorni la notizia della tragedia che ha visto coinvolta la giovane Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi, uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello. E’ stato proprio il barman a far trovare il corpo della donna indicando agli inquirenti il luogo dove lo aveva nascosto. “L’ho uccisa io“, ha confessato il 30enne durante l’interrogatorio alla caserma di Senago. La giudice delle indagini preliminari Angela Minerva non ha rilevato le aggravanti della crudeltà e della premeditazione nell’omicidio.
Sulla questione si è espressa anche Michelle Hunziker, rimasta sconvolta per la tragedia, così come tutti del resto. Si tratta dell’ennesimo femminicidio, fenomeno al quale non sembra esserci fine. Una tragedia questa, resa ancora più delicata perché la giovane Giulia era in attesa del suo primogenito.
Michelle Hunziker, insieme all’avvocato Giulia Bongiorno ha fondato un’associazione chiamata “Doppia Difesa”, dedicata al sostegno delle donne vittime di crudeltà. La conduttrice, tramite le sue storie Instagram, ha fatto un appello a tutte le donne dopo la disgrazia che ha coinvolto la 29enne Giulia Tramontano, uccisa dal compagno a Senago, in provincia di Milano.
“E come tutti – esordisce la conduttrice – non riesco a non pensare a Giulia e alla sua famiglia. A Giulia e al bambino che portava in grembo, una gravidanza al settimo mese. Continua imperterrito il fenomeno del femminicidio, come se niente fosse. Si sta parlando tanto, c’è tanta comunicazione e sono in corso molte battaglie. Sicuramente si sono mosse tante cose, però, io, come tutti, voglio fare un appello a tutte le donne: per favore, la prevenzione è tutto. Cercate di capire i primi campanelli d’allarme, cercate di farvi rispettare, non fatevi sminuire e soprattutto non andate ‘all’ultimo appuntamento‘. Il chiarimento, certe volte, può essere fatale”.
A seguire il toccante messaggio di Michelle Hunziker termina con una ulteriore riflessione: “Purtroppo non ci possiamo prendere il lusso che questo degrado, questa cultura viziosa della donna percepita come un oggetto, tale per cui nel momento in cui rappresenta un problema, la sua vita non vale più niente. Come se fosse un problema da cancellare dal mondo. Tutti stiamo combattendo sperando che un giorno le cose cambino ma nel frattempo prendere coscienza che anche l’uomo che abbiamo scelto come il padre dei nostri figli, se è violento, non va bene»”.
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