Morte William Friedkin, Coppola ricorda il collega: “Vivrà in eterno!”

In un post su Instagram, Francis Ford Coppola ha voluto ricordare il suo amico e collega William Friedkin, deceduto ieri a 88 anni.

Ieri se ne è andato William Friedkin, iconico regista della Nuova Hollywood che ha segnato in maniera indelebile la storia del cinema, e alcuni suoi colleghi ci hanno tenuto a ricordare la sua figura di professionista e amico.

Friedkin e Coppola – Notizie.top

Tra i tanti, spicca senza dubbio il ricordo di Francis Ford Coppola, uno dei registi più importanti del secondo novecento, che ne ha esaltato le doti filmiche ma, in particolare, quelle umane.

Un artista versatile

Il tributo di Coppola è avvenuto su Instagram, dove il regista statunitense ha scritto: “William Friedkin è stato il mio primo amico tra i registi della mia generazione e sono addolorato per la perdita di quello che considero un compagno di vita a cui ho voluto molto bene. I suoi successi nel cinema sono straordinari e unici, ed è anche l’unico collega che conoscevo il cui lavoro ha effettivamente salvato la vita di un uomo”. Ricordiamo che Friedkin è universalmente riconosciuto per il suo capolavoro del 1973, L’esorcista, che ha ridefinito l’horror moderno e ha definitivamente imposto la figura di Friedkin tra i maestri del genere. Inoltre, la sua preziosa abilità di spaziare tra i generi è testimoniata nel thriller poliziesco del 1971, Il braccio violento della legge, in cui Friedkin compone dei quadri filmici al limite della perfezione.

L’esorcista (1973) – Notizie.top

Coppola prosegue: “Il lavoro di Billy rappresenta una vera pietra miliare nel Cinema, una lista che non sarà mai dimenticata: certamente THE FRENCH CONNECTION, THE EXORCIST e SORCERER, ma tutti i suoi film sono vivi e pulsano del suo genio. Scegliete uno a caso e rimarrete comunque sbalorditi: la sua personalità amabile e irascibile nascondeva un uomo bello, brillante e profondo: è molto difficile accettare che non mi godrò mai più la sua compagnia, ma sarà sostituita dal suo lavoro”. Un tributo all’amico scomparso, ma anche un inno al cinema e all’universale capacità dell’arte di rendere un’opera, un dialogo, un’inquadratura e, persino un uomo, immortali.