Monica Zanetti è stata la prima donna a far parte del team costruttori in Ferrari. Oggi a 60 anni è felicemente nonna e ha ricevuto a Los Angeles un premio prestigioso.
La modenese Monica Zanetti, unica donna nel team che costruiva la storica Ferrari F40, venerdì 28 ottobre volerà a Las Vegas per ritirare il prestigioso premio ‘The Helene Awards’. Negli anni ’70 fu la prima donna a lavorare in catena di montaggio, fino a diventare una dei migliori meccanici della Rossa di Maranello.
Nata nella “Motor Valley”, a due passi da Maranello, non poteva non appassionarsi ai motori e alla Ferrari. E’ riuscita a coronare il sogno di essere tra le prime donne a infrangere la barriera di genere in un settore tradizionalmente ad appannaggio maschile. Fu lei, unica donna insieme ad altri tre meccanici maschi, a essere scelta dai collaboratori di Enzo Ferrari per mettere mano alle prime 500 Ferrari F40. Il Cavallino Rampante si apprestava a lanciare una delle sue auto più iconiche, di cui quest’anno si celebra il 35° anniversario.
Una passione fuori dal comune
Per chi nasce da quelle parti la passione è innata. Una terra dove si respira velocità, competizione, motori, la terra delle scuderie di auto e moto e dove, soprattutto, è nato il mito Ferrari. Sembrerebbe una cosa da uomini, ma il fuoco sacro della passione può accendersi per chiunque e Monica Zanetti, nata a Pozza, una frazione di Maranello e quindi ferrarista doc, ne sa qualcosa. “Se devo dire la verità non mi rendo conto di quello che ho raggiunto. Mi sono sempre e solo sentita di svolgere il mio lavoro. Non avrei mai creduto di arrivare fin qui”, ha raccontato in questi giorni dopo aver ricevuto la notizia inaspettata. Oggi, a 60 anni, da qualche anno felicemente nonna, è stata scelta per ricevere il prestigioso premio “The Helene Awards” a Los Angeles, riservato alle persone che hanno avuto un vero impatto nell’industria automobilistica e per celebrare il suo lavoro pioneristico in un settore tradizionalmente maschile, in particolare per le sue posizioni di alto profilo in Ferrari e Maserati.
Una macchina da sogno
Ricordi indelebili per chi coronava il sogno di entrare a lavorare in Ferrari. “Era il 1987 quando fui chiamata in ufficio dall’allora Direttore di Produzione di Carrozzeria della F40, Sergio Borsari, figlio del mitico meccanico Giulio Borsari, che mi ha comunicato che mi avrebbero aggiunta al team di produzione. Quando ho visto la F40 di persona, pensavo di sognare. La Ferrari F40 è stata un’auto sportiva prodotta dalla casa automobilistica italiana Ferrari, virtuale erede della Ferrari 288 GTO Evoluzione, costruita tra il 1987 e il 1992 per festeggiare i 40 anni di vita della scuderia più famosa del mondo. “Da piccola dicevo a tutti, voglio lavorare con le automobili, e tutti mi rispondevano: per una donna è impossibile, puoi aspirare solo alla segreteria o all’ amministrazione. Non mi interessava stare in ufficio, ma se fosse stato l’unico modo per entrare, avrei accettato persino quello”, racconta così la sua innata passione la Zanetti. “Un giorno arriva una chiamata dell’ufficio del personale Ferrari. Cercavano 3 ragazzi, tra cui una donna: alla Porche e Mercedes cominciavano ad avere donne meccanici e non volevano essere da meno. Ho accettato immediatamente. Ho iniziato nel febbraio del 1979 a 15 anni. Dovevo andare in meccanica, ma mi mandano in carrozzeria per un’urgenza. Mi mettono alle porte: ero l’unica donna, le altre erano in amministrazione, in tappezzeria a cucire o alla pulizia delle macchine.
E’ stata dura emergere in un mondo da sempre appannaggio degli uomini, ma con caparbia e determinazione alla fine si è meritata il rispetto e la stima dei colleghi. “Mi sono messa sotto con impegno e determinazione. Era dura visto che non ti spiegavano niente, senza trascurare che per svolgere determinati compiti serve una certa prestanza fisica, ma volevo farcela e questa è stata la mia forza. Se per imparare una stazione ci si impiegava di media un mese, io la sapevo completare dopo tre giorni”. Fatica e sudore premiati poi nel 1987 con il passaggio all’assemblaggio della macchina dei sogni: la mitica F40. “Avevo 24 anni”, spiega ancora Monica, “dell’F40 dovevo seguire il montaggio e l’assemblaggio delle parti di carrozzeria, interne ed esterne e fu l’ultima che vide in vita Enzo Ferrari”.