Ogni volta che facciamo una sosta a pagamento con la macchina cerchiamo di stimare il tempo che ci servirà per tornare alla vettura. Spesso le valutazioni possono essere sbagliate…
Ah, la frenesia quotidiana… Spesso ci porta a sottovalutare il tempo disponibile quando si parcheggia la nostra automobile. Questa situazione, purtroppo, può comportare spiacevoli conseguenze, come per esempio una multa inaspettata per il parcheggio scaduto.
Quando paghiamo il biglietto, infatti, cerchiamo di stimare quanto tempo ci occorre rimanere. Un gesto comune, che non sempre però può essere pronosticato con precisione. La nostra valutazione può essere sbagliata oppure possono sorgere situazioni impreviste: ecco quindi i ritardi e il conseguente rischio di ammenda per il periodo di sosta già terminato. Sono le normative comunali che devono stabilire l’entità della sanzione e indicare la validità della multa in questione. Secondo la pronuncia della Corte di Cassazione, tuttavia, la multa per il superamento del limite di tempo di sosta è intrinsecamente valida, indipendentemente dalle specifiche regole municipali.
L’importo della sanzione, nella maggior parte dei Comuni italiani, è fissato a 41 euro, che è lo stesso importo previsto per il parcheggio senza biglietto. Alcune amministrazioni locali potrebbero però adottare anche delle regole differenti: ci sono zone d’Italia dove è stata adottata una politica di tolleranza (viene offerto un certo margine di tempo senza l’applicazione di sanzioni). Una pratica conosciuta come “ravvedimento operoso” che consente ai conducenti di estendere il pagamento coprendo l’importo per il periodo extra di parcheggio. La tolleranza di solito non supera le 24 ore: dopo quelle, insomma, può scattare la multa.
Attraverso un ricorso presentato al Giudice di Pace (entro 30 giorni dalla notifica o dall’accertamento) oppure al Prefetto (entro 60 giorni), si può contestare una multa per il parcheggio scaduto. Anche se bisogna notare un aspetto: le possibilità di successo per questo tipo di ricorsi sono limitate. La Corte di Cassazione e la giurisprudenza, infatti, generalmente considerano il prolungamento del parcheggio come una violazione. È interessante notare che è possibile fare ricorso anche nel caso di parchimetri privi di opzioni di pagamento con bancomat. Dall’anno 2016, i Comuni sono tenuti a installare parchimetri che accettino sia carte di credito che pagamenti con bancomat.
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