La svolta riguarda la lega americana, con Kevin Durant che ha fatto fa promotore per la liberalizzazione della marijuana. L’ala dei Phoenix Suns ha spiegato come si è arrivati all’ok definitivo.
Una svolta epocale nel mondo dello sport. A fare da pioniere è l’NBA che ha deciso di venire incontro alla richiesta di una delle sue stelle più importanti e famose. Kevin Durant.
L’ala dei Suns ha avuto un ruolo diretto e decisivo nella scelta della lega. Ma di cosa si tratta? Ebbene, dal primo luglio, l’NBA ha tolto la marijuana tra le sostanze proibite per gli atleti. Quando dunque si effettueranno controlli antidoping d’ora in poi, la “Maria” non sarà più tra le sostanze ricercate. Certo su questa scelta influisce il potere che i giocatori hanno all’interno della lega, un potere forse unico nel resto del mondo dello sport americano e non solo. E quindi non è una sorpresa che a incidere in modo fondamentale sulla scelta del Commissioner Silver sia stato uno dei giocatori più rappresentativi dell’NBA e cioè Kevin Durant che ha fatto da vero e proprio promotore per la liberalizzazione della marijuana.
Durant che certo non è famoso per la sua capacità retorica, ha trovato per nella marijuana un valido argomento da perorare: “Pioniere di questa campagna? No, proprio no – ha dichiarato l’anima lunga del Phoenix Suns a CNBC a Los Angeles -, semmai mi piace la pianta. Semplice, tutto qui”. Una motivazione forte e valida per KD: “Cosa gli ho detto per convincerlo? Beh, quando ci siamo visti me l’ha annusata addosso, non c’è stato bisogno di molte parole, era tutto sottinteso. È la Nba, lo fanno tutti, per essere onesti e dirla tutta. A questo punto è come il vino”. Per Durant il motivo dell’ok del Commissioner è chiaro: “Le cose sono cambiate in America e nel mondo, l’uso di marijuana non è più stigmatizzato pubblicamente come in passato. Non ha alcun effetto negativo su chi la fuma”. Certo è che quella che è ormai in vigore in NBA è una svolta storica e chissà che non possa diventare modello anche per altre leghe e altri sport.
L’NBA – spiegano fonti della lega – vuole concentrare i suoi sforzi per rintracciare e combattere l’uso di sostanze realmente pericolose come la cocaina, l’eroina, ormoni della crescita e sostanze dopanti che mettono a serio rischio la salute dell’atleta e la regolarità delle gare.
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