Una insegnante è stata licenziata dopo essere risultata incinta. Oltre il danno è arrivata anche la beffa per lei
Una vicenda che non è passata inosservata e che, nel giro di pochissime ore, ha fatto immediatamente il giro del Paese. Quanto accaduto negli Stati Uniti D’America, precisamente nel New Jersey, ha lasciato tutti inevitabilmente senza parole. Anche la stessa docente che, però, ha mostrato anche un bel po’ di rabbia dopo quello che le è successo.
Dopo che ha ricevuto la terribile notizia non ha voluto perdere un solo minuto in più ed ha deciso di fare ricorso in tribunale. Allo stesso tempo, però, la decisione di quest’ultima l’ha completamente spiazzata. Non solamente a lei, ma a tutti gli abitanti, conoscenti ed alunni che mai si aspettavano che una situazione del genere potesse terminare in questo modo.
La vittima in questione è una insegnante. Si chiama Victoria Crisitiello, una maestra molto apprezzata dai bambini. Anzi, in questo caso, ex maestra. Purtroppo il fatto di essere rimasta incinta, per lei, è stata una pessima notizia. A dire il vero per la scuola visto che, comunque, stiamo parlando di un avvenimento bellissimo. Non per l’istituto che ha deciso di mandarla via.
Non si è arresa e si è presentata in tribunale. Però, quest’ultimo, le dà torto. Motivo? Avrebbe violato il codice etico della scuola perché ha fatto sesso prima del matrimonio. Ed è per questo motivo che, si sono giustificati, il licenziamento era legittimo. La docente lavorava in una scuola cattolica. L’istituto in questione è il ‘St. Theresa School di Kenilworth‘.
Insomma, avrebbe infranto le regole. Dopo aver ricevuto la brutta notizia si era rivolta ad un avvocato chiedendo se potesse fare qualcosa. E’ stata avviata una causa. Lei era convinta si trattasse di discriminazione, ma non per la scuola in questione. Poco prima di essere assunta la docente aveva firmato un modulo in cui affermava di volersi conformare al codice di condotta della scuola.
Il tribunale, per questo motivo, le ha dato torto. Nel frattempo è stata diramata una nota da parte di un portavoce dell’ufficio del procuratore generale che, ai media, ha riferito il suo pensiero: “Siamo delusi dalla decisione ma siamo grati che la sua portata sia ristretta e non influirà sulle importanti protezioni che la legge contro la discriminazione prevede per la stragrande maggioranza degli abitanti del New Jersey“.
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