Una frequentazione nata fuori dai canali ufficiali, ma che nel tempo è diventata un’amicizia il cui ricordo è arrivato fino ai giorni nostri
Di Silvio Berlusconi probabilmente cominceremo a capire le gesta tra 30 o 40 anni quando verranno scritte sui libri di storia scevri dai condizionamenti politici, dalle rivalità, dalla tossicità di ripicche sfociate nel personale. Comunque la si pensi ha rappresentato un pezzo importante nell’economia e nella politica italiana.
Molti hanno avuto modo di conoscere soltanto il Berlusconi ufficiale, quello che conduceva le campagne elettorali in prima persona, quello che incontrava i più grandi capi di Stato mondiali come Presidente del Consiglio italiano, ma sono pochi quelli che possono vantare di averlo conosciuto meglio, magari nel privato e ancora meno quelli che possono dire di essere stati suoi amici. Perchè Berlusconi non faceva mai mancare il senso della considerazione verso le persone che si rivolgevano a lui.
La scomparsa di Silvio Berlusconi all’età di 86 anni chiude molto probabilmente una pagina davvero importante nella storia italiana. Non solo politica, ma anche imprenditoriale e sportiva, visti i successi ottenuti con le televisioni e con il Milan. Del Berlusconi in giacca e cravatta conosciamo praticamente tutto, mentre del Berlusconi privato invece conosciamo molto meno, nonostante lo spessore pubblico del personaggio non poteva che scatenare il gossip alla minima situazione particolare. Chi negli ultimi anni ha potuto conoscere meglio l’ex presidente del consiglio fuori dai canali ufficiali è senza dubbio Nicola Santini, maestro del Galateo e della buona educazione, che all’improvviso riuscì nell’impresa di catapultare Berlusconi in un mondo che non gli apparteneva in quel momento, impresa al limite dell’inverosimile per un uomo abituato a stamparsi anche le mail per leggerle meglio e con più calma o a parlare dal telefono fisso perchè non amava il cellulare. 46 anni, giornalista, firma del quotidiano online “L’identità”, ma anche scrittore, conduttore e inviato tv di successo, arrivato grazie alle sue rubriche dedicate all’etichetta, Santini si ritrova all’improvviso nel 2013 a entrare in contatto con il Cavaliere diventando per un periodo consulente d’immagine della famiglia Berlusconi e lavorando per questo proprio a stretto contatto con il Presidente.
Siamo negli anni post separazione da Veronica Lario e nella vita di Berlusconi è entrata da poco Francesca Pascale e il cagnolino Dudù e proprio una foto del barboncino bianco con Berlusconi e Putin a Palazzo Grazioli fece il giro del mondo. “E già”, racconta proprio il giornalista, “stavo giocando con Dudù, a cui lanciavo la pallina nel corridoio di Palazzo Grazioli. Quando arrivò Vladimir Putin e ovviamente altri dello staff, il fotografo ufficiale ha letteralmente “preso la palla al balzo” e infatti si sono viste pubblicate le fotografie tra i due leader, con lo stesso stile e taglio”.
Nicola, all’indomani della notizia della morte del Cavaliere, ha voluto raccontare a modo suo un Berlusconi diverso, quello della loro amicizia e lo ha fatto sulle pagine del giornale dove scrive. Ne è uscito un ritratto più intimo, fuori dagli schemi, meno ingessato perchè questo era l’uomo Berlusconi in fondo. Il racconto dei primi giorni ad Arcore e quell’aria di smobilitazione dalla scena principale perchè il gossip aveva “sporcato” definitivamente la sua immagine e non per le questioni politiche. Un rapporto diretto schietto come quando a domanda precisa sul momento che stava vivendo provò a metterlo in guardia dalle persone che gli erano intorno e lui rispose in maniera a dir poco sorprendente: “Ma vedi, Nicola, ho passato gran parte della mia vita in azienda, andando a trovare nel week end tutte le persone che lavoravano per me quando si trovavano in ospedale, cerco di ricordare i nomi di tutti quelli che incontro: preferisco, ogni tanto farmi fregare, nei limiti, di intende, che vivere con l’ossessione di dovermi continuamente guardare davanti e didietro”. Quelle cene private la domenica sera nella più piccola delle sale da pranzo, venti persone non di più, in cui riuniva le persone più fidate e i direttori dei suoi telegiornali. Un modo per mangiare in pace tra amici.
Del Berlusconi presidente del Milan sappiamo tutto, soprattutto conosciamo i 29 trofei vinti in 30 anni, e Santini di calcio sa poco o nulla, ma più volte si è trovato a vedere le partite del Milan nella saletta privata adibita a cinema insieme al Cavaliere e al suo tifo da stadio per i colori che amava. La poca competenza con il calcio lo portò ad essere invitato più volte a San Siro per migliorala e soprattutto come portafortuna dopo qualche vittoria. Erano anni difficili perchè si stavano spegnendo le luci della ribalta, ed era in arrivo la condanna fiscale e la decadenza da senatore. Racconta ancora il giornalista della fiaccolata organizzata al Colle davanti al Quirinale in attesa del verdetto, fiaccolata dove non si presentò nessuno come accade sempre quando un vincente non è più tale, ma lui sapeva perfettamente chi lo aveva tradito, ma non gli sentì mai dire una parola fuori posto contro.
Le barzellette sono sempre state un modo per rompere il ghiaccio e Santini racconta di quella volta che fu convocato in tutta fretta e il Cavaliere lo intrattenne per ore proprio raccontando barzellette per scoprire poi che tutto era servito per far fare la “giusta” anticamera a Angelino Alfano. Ecco quello era il massimo dello sgarbo che si permetteva di fare. Un uomo di spessore con tante qualità e probabilmente altrettanti difetti, ma sicuramente con tanta umanità. L’ultimo aneddoto è forse il ricordo più caro per Nicola, quando nel giorno del compleanno del padre, Berlusconi volle fargli gli auguri in prima persona e al telefono, senza neanche conoscerlo, non solo parlò con lui per 15 minuti abbondanti, ma gli diede un consiglio “prezioso”: “Mi raccomando, Mauro, festeggi alla grande, ma non vada a puttane. Non oggi, quantomeno”, con il solito humor del Cavaliere soprattutto parlando come tra vecchi amici, anche perchè il papà di Nicola non ha mai avuto questa abitudine.
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