Restiamo convinti che il cibo fresco vada tutto conservato in frigorifero, ma in realtà non è così, anzi per alcuni alimenti il freddo è controproducente
Il frigorifero è stata una delle invenzioni che ha cambiato di più le nostre vite. In realtà l’antenato del frigorifero era uno strumento medico: John Gorrie creò una macchina per produrre ghiaccio da utilizzare per abbassare la temperatura dei pazienti ammalati di febbre gialla che da dieci anni mieteva vittime nelle pianure paludose della zona.
In seguito, una dopo l’altra si susseguirono diverse macchine del ghiaccio elaborate dai molteplici inventori del moderno frigorifero, finché nel XX secolo s’imposero i modelli elettrici made in Usa e iniziò così a proliferare anche l’industria dei surgelati. L’Europa dirà addio ai vecchi metodi di refrigerazione solo tra gli anni Sessanta e Settanta, quando il boom economico garantirà una nuova forza economica ai consumatori e, allo stesso tempo, macchinari sempre più efficienti e abbordabili.
Non tutto deve andare in frigo
Ma se è vero che il frigorifero ha facilitato e allungato la possibilità di conservare gli alimenti, è altrettanto vero che alcuni cibi preferiscono rimanerne fuori, perché la conservazione “refrigerata” li danneggerebbe, dal punto di vista nutrizionale e organolettico.
Vediamo quali:
POMODORO: non ama il frigorifero perchè il freddo, interferendo con gli enzimi che gli danno il suo gusto caratteristico, lo renderebbe insapore. Infatti, sotto i 12°C il pomodoro interrompe la maturazione, che sicuramente gli dà un sapore più ricco. Inoltre il freddo ne altera anche la consistenza, poiché rompendo le membrane del frutto lo fa diventare farinoso.
CAFFE’: alcuni hanno l’abitudine di conservarlo in frigo, ma è sbagliato. Il frigo contiene altri cibi e per questo è ricco di odori che possono danneggiare l’aroma del caffè, anche se conservato in un contenitore. Questo perchè gli sbalzi di temperatura a cui verrebbe sottoposto potrebbero creare una condensa, rendendo il caffè inutilizzabile. Quindi, meglio un contenitore ermetico, riposto in un luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce.
UOVA: in Europa non vengono “lavate” in fase di raccolta (si applicano pratiche igieniche), per mantenere integra la superficie dell’uovo in modo da lasciare una sorta di schermatura che impedirà l’ingresso indesiderato di patogeni. Di conseguenza, è prevista la messa in commercio a temperatura ambiente, così da evitare sbalzi termici durante il trasporto a casa. Quindi, non essendo le uova sterili, è bene che a casa siano conservate in frigorifero, nei ripiani centrali, dove la temperatura è più costante. La refrigerazione è il modo migliore per tenere i batteri sotto controllo.
MOZZARELLA DI BUFALA: deve essere conservata a temperatura ambiente (18-25°) per 2 giorni dalla sua produzione, rigorosamente nel suo liquido. In questo modo non rischia nessun tipo di contaminazione, anzi migliora addirittura le sue caratteristiche organolettiche rispetto a una conservata in frigo. L’ideale è mangiarla entro le 24 ore, senza riporla nel frigo.
BURRO: l’ideale sarebbe conservarlo in un luogo fresco, tipo la cantina, a parte le ovvie difficoltà, visto che la maggior parte di noi vive in appartamento, in frigorifero si preserva per un tempo decisamente più lungo, da uno a tre mesi. Invece, conservato nel congelatore rimane buono fino a quasi un anno e grazie alle sue proprietà fisiche, non sarà certo un problema utilizzarlo.
SALSA DI SOIA: è il condimento fermentato tra i più famosi della cucina orientale, non ha bisogno di essere conservata in frigorifero, anche una volta aperta. Basta tenerla in un luogo fresco e riparato dalla luce del sole per un massimo di circa 3 mesi. Unica accortezza è accertarsi che la confezione sia chiusa alla perfezione dopo ogni utilizzo così da non disperderne la componente alcolica.