Il sindaco Nizzi introduce una nuova ordinanza per la tutela dell’ambiente e degli animali, per una città più ecologica e sostenibile
Sono sempre più numerosi i comuni in Italia che hanno preso la saggia decisione di vietare il lancio di palloncini in aria, l’ultima è Olbia il cui sindaco ha da poco firmato un’ordinanza che riguarda eventi pubblici, feste, ricorrenze e manifestazioni, anche sportive.
E’ un provvedimento in linea con un percorso ecologico intrapreso dalle amministrazioni comunali: limitare l’uso di plastica, gomma, carta che potrebbero essere utilizzati per scopi più nobili e con il forte rischio di inquinamento ambientale, soprattutto per quella non riciclabile.
Al bando i “cotillons” nelle feste sia pubbliche che private
Un provvedimento che potrebbe suscitare scalpore, ma non è la prima volta che viene preso da qualche amministrazione comunale del nostro paese. Il Sindaco di Olbia, in Sardegna, Settimo Nizzi, ha disposto una nuova ordinanza che vieta, in tutto il territorio comunale, il rilascio di palloncini nell’ambiente in occasione di eventi, feste, ricorrenze, manifestazioni pubbliche e private, anche sportive. Il divieto è esteso anche a nastri colorati, lanterne cinesi, e tutti gli altri dispositivi simili. “E’ sempre più diffusa la moda”, osserva Nizzi, “di far volare decine e decine di palloncini gonfiati con l’elio, la cui plastica si disperde poi nell’ambiente e in molti casi finisce in mare. Sono più che note le conseguenze dannose dei frammenti di palloncini e nastri colorati abbandonati. Siamo impegnati da tempo nella tutela dell’ambiente e dell’immagine e decoro della città”, ha spiegato il primo cittadino. La proposta, lanciata dalla onlus Plastic Free, ha trovato terreno fertile in diverse Regioni, dalla Puglia alla Lombardia, dimostrando che la preoccupazione per l’ambiente e il benessere degli animali è una priorità diffusa in tutto il Paese.
Un’importante decisione
E’ un provvedimento che si sta allargando a macchia d’olio tra i comuni italiani. Quello preso a Olbia è solo l’ultimo di una lunga lista che va da città come Vernole in Salento e Brugherio in Brianza fino alla Provincia Autonoma di Trento. Recentemente ha imposto il divieto anche Stintino in Sardegna mentre già negli scorsi anni ordinanze simili erano state emanate a Ferrara, Legnago, Termoli, Falciano del Massico (Caserta), Tropea, Sperlonga e tanti altri Comuni. E chi trasgredisce rischia multe salate che possono arrivare fino a 500 euro. Un provvedimento che è diffuso da anni anche in altri stati del mondo, USA e Australia su tutti.