I rincari si sono fatti sentire in ogni settore e anche il prezzo dell’olio d’oliva ha subìto un aumento importante: i costi
In questo momento storico ci sono stati forti rincari su tutti i fronti, specie sul cibo. I prezzi sono schizzati alle teste e a risentirne sono soprattutto i prodotti di cui è difficile, o impossibile, a fare a meno. A colpire infatti è stato il costo dell’olio d’oliva arrivato a prezzi da capogiro.
A proposito di questo intervistato da Adnkronos/Labitalia, Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola, la più grande organizzazione nazionale di produttori olivicoli che raggruppa 47 cooperative in tutte le province italiane, ha spiegato: “Per la prossima campagna olivicola calcoliamo un rincaro del prezzo del 30-40% all’ingrosso, noi produttori venderemo a 9 euro al chilo e sullo scaffale l’olio italiano sarà a 10-11 euro al litro, con un 30% in più per il consumatore finale rispetto alla scorsa annata. Questo perchè i costi di produzione sono lievitati a causa della siccità e in più per la mancanza di prodotto in tutta l’area del Mediterraneo”.
Sicolo: “I costi di produzione stanno lievitando”
“Da maggio in poi la siccità ha regnato sovrana al Sud e al Centro e quindi stiamo facendo irrigazione dove possiamo farlo – spiega Sicolo – E questo sta aumentando i costi perchè al Sud si tira l’acqua da 1.500 metri di profondità con spese energetiche e di carburante esplose. I costi di produzione quindi stanno lievitando”.
“Nonostante ciò in questa campagna, con questi prezzi, quest’anno recupereremo i costi di produzione rispetto ad altri anni in cui è andata peggio. Ma non per un effetto strutturale sul mercato ma semplicemente perchè nell’intero bacino del Mediterraneo non c’è produzione, la Spagna è stata colpita da una forte siccità e non ha produzione, come anche la Tunisia, il Marocco e il Portogallo. E quindi le industrie non possono andare lì ad acquistare il prodotto”, sottolinea Sicolo.
Per il presidente di Italia Olivicola è arrivato però il momento di un intervento strutturale a sostegno del comparto: “Noi stiamo lavorando con il ministero per recuperare le aree marginali che sono state abbandonate negli anni, in modo da agire anche a tutela del territorio ed evitare effetti catastrofici in caso di alluvioni. E poi serve un piano olivicolo serio, dobbiamo aumentare noi la produzione e coprire il nostro fabbisogno, e non aspettare Spagna e altri. Altrimenti, saremo sempre preda di questi prezzi che vanno su e giù”, spiega.
“In Puglia 24 milioni di piante sono state distrutte dalla Xylella e nessuno ne parla a livello nazionale. La politica è assente totale. Le tre province colpite producevano un milione di quintali? Non ne produrranno più per anni. Se non c’è prodotto sul mercato, è chiaro che i prezzi vanno alle stelle”, conclude Sicolo.