L’episodio increscioso ha scosso tutta la comunità. A denunciare l’accaduto i parenti del defunto, insospettiti dalle attività
Ha dell’assurdo la storia accaduta a Treviso nella giornata del 25 settembre 2023. Un uomo faceva tranquillamente shopping e acquisti sul web… ma con la carta di credito di un defunto. Oltre 4mila euro di acquisti online, tra cui un Iphone, una poltrona e numerosi capi di abbigliamento. I finanzieri si sono insospettiti grazie anche alla denuncia dei parenti dell’uomo morto, un medico che era ormai andato in pensione, che si erano accorti di strani movimenti in uscita sul conto corrente.
Le fiamme gialle del comando provinciale di Treviso hanno accertato che un residente ha utilizzato, indebitamente, una carta di credito intestata a un anziano defunto per fare acquisti e concludere alcune transazioni commerciali on line. L’uomo, che conosceva il signore, un medico finito in pensione, era riuscito a impossessarsi della carta di credito e aveva iniziato a fare shopping sul web. La truffa, però, si è fermata nel momento in cui la banca ha bloccato la carta a seguito della morte del titolare. Le indagini della guardia di finanza di Treviso sono scattate subito dopo una querela presentata dai parenti del defunto medico pensionato. L’analisi delle movimentazioni dei conti correnti intestati al medico ha permesso di tracciare le transazioni illecite avvenute con la carta di credito che era stata rubata dall’uomo in questione. Ora il truffatore di Treviso dovrà rispondere al reato di indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dai contanti.
Tutti gli acquisti fatti dal trevigiano hanno riguardato prodotti tecnologici, con un valore di oltre 4mila euro di transazioni. Fondamentali sono state le informazioni ottenute dal servizio antifrode dell’azienda di commercio elettronico per provare che, a utilizzare la carta di credito della vittima, è stato proprio il sospettato indagato. L’uomo si è addirittura registrato con un proprio account sulla piattaforma sulla quale faceva acquisti: aveva inserito i dati anagrafici, il numero di telefono personale da contattare per la consegna dei prodotti ordinati e i propri indirizzi di residenza e di posta elettronica. Una volta rintracciato è stato prontamente arrestato dalle forze dell’ordine.
Che cosa rischia? Alla luce di tutti gli elementi acquisiti, la Procura della Repubblica di Treviso ha ora concluso le indagini preliminari e l’indagato, in caso di rinvio a giudizio, potrà andare incontro alla pena della reclusione da uno a cinque anni e della multa da 310 a 1.550 euro. Presto verrà stabilito il suo futuro, che non sarà sicuramente roseo dopo ciò che ha fatto.
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