Tendi a vederti più volte allo specchio per assicurarti che sia tutto ok? Ecco come scoprire se sei veramente una persona vanitosa
“Tendenza e atteggiamento psicologico di chi fa di sé stesso, della propria persona, delle proprie qualità fisiche e intellettuali, il centro esclusivo e preminente del proprio interesse e l’oggetto di una compiaciuta ammirazione, mentre resta più o meno indifferente agli altri, di cui ignora o disprezza il valore e le opere”, così la Treccani spiega il significato del termine ‘narcisista’, introdotto nel 1898 in sessuologia dallo psichiatra tedesco Ellis.
Secondo la psicoanalisi il narcisista può essere, entro certi limiti, uno stato normale, ma può talora assumere dimensioni e significato patologici che interferiscono seriamente sulla vita di relazione. E’ un termine che molto spesso utilizziamo in maniera scherzosa, per descrivere una persona particolarmente fanatica, eppure questa caratteristica non è solo un ‘vizio’ ma secondo gli esperti può diventare una vera e propria patologia.
Come riconoscere un narcisista da bambino
Secondo un importante studio è possibile riconoscere un narcisista già da quando è piccolo. Chiaramente si può soltanto ipotizzare questo lato del carattere, stando al modo di fare del bambino e all’ambiente in cui vive. “Si può ipotizzare, ma certo non profetizzare, che un bambino con un temperamento aggressivo, irascibile o molto sensibile alla frustrazione, caratteristiche che inevitabilmente influenzeranno il tipo di accudimento, avrà un percorso più accidentato nella formazione della sua personalità”, queste le parole riportate dal Corriere della Sera di Vittorio Lingiardi, professore di Psicologia dinamica alla Sapienza, Università di Roma.
“Le componenti biologiche non bastano però a spiegare lo sviluppo di queste personalità – aggiunge il professore -. Sono decisivi, come già accennato, anche il temperamento di chi accudisce il bambino e il contesto di crescita. Gravi patologie dei genitori, trascuratezza, instabilità e inaffidabilità, maltrattamenti e abusi, traumi evolutivi, insicurezza, sono tutti elementi che interagiscono con le caratteristiche temperamentali del bambino compromettendo lo sviluppo della sua personalità. Allan Shore, psicoanalista con un piede nelle neuroscienze, ha segnalato una possibile interazione tra attaccamenti affettivi traumatici e disfunzioni a livello della corteccia cerebrale, da cui deriverebbe una predisposizione a disturbi della condotta, comportamenti aggressivi e problemi affettivi e relazionali in adolescenza“.
Ecco quindi che c’è una spiegazione per ogni tipo di carattere ed ogni aspetto della personalità, che si forma quando si è piccoli in base alla propria propensione, ma anche al contesto in cui si cresce.