Dopo che ITF ha rescisso unilateralmente il contratto con la società dell’ex Barca per l’organizzazione della Coppa Davis, ora si va allo scontro totale nei tribunali
Il fascino della vecchia Coppa Davis, con le varie fasi a eliminazione diretta organizzate durante un intero weekend, due singolari il venerdì, il doppio il sabato e ultimi due singolari la domenica, tutti rigorosamente in 5 set, era stato spazzato via da un format veloce, innovativo e a portata di mezzo televisivo. Quarti, semifinali e finali in sede unica con partite che si susseguivano senza soluzioni di continuità.
Da una parte una società che aveva pensato di rilanciare una delle competizioni sportive più antiche esistenti, che forse aveva perso un pò di smalto, ma sempre molto affascinante, dall’altra una federazione che forse aveva fatto il passo più lungo della gamba non pensando che il tennis è proprio lo sport più legato alla tradizione e al fascino di regole davvero sempre uguali. Ecco spiegato perchè la Kosmos Global Holding dell’ex difensore del Barcellona Gerard Piquè e la Federazione Internazionale di Tennis sono arrivate fino al Tas, il tribunale sportivo.
Dopo soltanto 4 anni, infatti, nel gennaio scorso, la ITF aveva deciso di rescindere il contratto della durata di 25 anni con la Kosmos per l’organizzazione della Coppa Davis. Quella di marzo sarebbe stata l’ultima edizione con un format che veramente non piaceva a nessuno tanto aveva snaturato il fascino del torneo per nazioni più famoso al mondo. Ma Piquè non ci sta e ha fatto sapere che si andrà per vie legali. “Abbiamo investito più di 100 milioni in Coppa Davis in quattro anni e questo è scandaloso. E volevamo investire di più. Dopo la rescissione da parte della Federazione c’è ora una disputa tra di noi in cui rivendichiamo fino a 50 milioni di dollari“, ha dichiarato l’ex Barca in un’intervista.
Molti si chiedono perchè Kosmos, la società di investimento di sua proprietà, abbia smesso di punto in bianco di investire sulla competizione mondiale a squadre nazionali del tennis maschile. “La nostra storia con la Coppa Davis è stata di grande successo. Abbiamo preso una competizione decadente a livello sportivo, economico e di pubblico. In poco tempo l’abbiamo cambiata, dando una svolta al torneo. Siamo passati da tre a 15 sponsor, poi è arrivato il Covid che ha stravolto tutti gli sport“, ha spiegato l’ex fuoriclasse blaugrana, che ha ricordato le edizioni a porte chiuse della manifestazione causa le restrizioni. “Molte leghe e federazioni si sono adattate a questa situazione e la Federazione ha deciso di non voler rinegoziare quei termini. Così da un giorno all’altro l’accordo finisce e ci siamo dovuti adattare come azienda. Non possiamo dire di più a causa delle restrizioni sulla riservatezza, ma sono molto orgoglioso di tutto ciò che abbiamo fatto“, ha concluso l’ex campione del Barcellona.
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