I prezzi stracciati, quelli da raccontare agli amici al ritorno dalle vacanze, sembrano spariti dai motori di ricerca dei voli, siamo alla fine di un’epoca
La domanda di voli soprattutto internazionali è altissima. E i vettori, grazie ai loro algoritmi, spostano verso l’alto anche il livello delle tariffe muovendosi quasi in un regime di cartello con un tacito accordo ai danni dei viaggiatori.
I voli low cost non sono altro che dei voli offerti da compagnie aeree con struttura diversa rispetto a quelle tradizionali. Hanno un prezzo conveniente dato che le compagnie aeree che li offrono hanno caratteristiche che permettono al passeggero di poter risparmiare, offrono solo il servizio online per prenotare i biglietti e utilizzano aeroporti decentrati e più piccoli, così più convenienti.
La fine di un’era
Michael O’Leary, numero uno del colosso irlandese Ryanair, la compagnia low cost più famosa e utilizzata al mondo, è stato molto chiaro, “Il rincaro dei biglietti è guidato da un drammatico aumento dei costi del jet fuel e il prezzo delle tariffe base passerà da 10 a 50 euro per i prossimi anni”. Ryanair quindi è la prima compagnia aerea low cost a dichiarare pubblicamente la fine dei voli super low cost, la fine di un’ era per molti viaggiatori che avevano imparato a stipare il poco necessario per uno spostamento breve in quella trolley che rientrava perfettamente nelle misure massime consentite per essere considerato bagaglio a mano. Ovviamente a cascata, la questione rincari ha toccato tutte le grandi o piccoli compagnie economiche, come EasyJet e Wizzair, che hanno immediatamente adeguato l’algoritmo che regola la disponibilità, il prezzo e quindi la vendita dei biglietti online.
L’intervento del governo
I prezzi dall’inizio dell’anno sono schizzati incontrollati verso l’alto: Ryanair, per esempio, tra aprile-giugno di quest’anno ha seguito una media di 49,08 euro a biglietto, escludendo tutti gli extra, con un balzo del 41,7% rispetto allo stesso trimestre del 2022 e del 35,5% sul 2019. Non si salva neanche EasyJet, la cui tariffa media è cresciuta del 22,2% nel trimestre pre-estivo sul 2022 e del 25% sul 2019. Numeri destinati, per i viaggiatori, a peggiorare sempre di più. Una situazione che non è passata inosservata al Governo che viene attentamente monitorata. “Mi sembra che i prezzi di queste settimane rientrino nella fattispecie delle pratiche commerciali scorrette. L’indagine esplorativa sulle tariffe si concluderà alla fine di quest’anno e dalle analisi svolte finora è emersa la presenza di anomalie nell’andamento dei prezzi evidentemente non collegate all’aumento del costo del carburante“, ha recentemente dichiarato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
L’Enac, invece, mette sotto accusa il famoso sofware dei motori di ricerca delle compagnie aeree. “Gli algoritmi, oltre a valutare la tempestività dell’acquisto, sfruttano la geo-localizzazione, individuano il tipo di dispositivo utilizzato: iOS di Apple viene associato a una fascia medio-alta di compratori, e dunque utilizzarlo può portare a spese maggiori”. Il dubbio, che è venuto a tutti quelli abituati a cercare online le tariffe migliori, è che il prezzo vari a seconda di queste “tracce” di cui l’algoritmo tiene conto memorizzandole.