Anche quando pensiamo di essere soli e lontano dal mondo dentro la nostra auto, in realtà qualcuno ci osserva e ci ascolta
I livelli di tecnologia raggiunti negli ultimi anni hanno permesso di risparmiare tantissimo tempo ed energie. Per alcuni è una benedizione, per altri un disastro. Certo è che ormai la tecnologia è parte integrante della nostra esistenza. La cosa fondamentale da non perdere di vista è che deve rendere le nostre vite migliori.
Anche le nostre automobili sono profondamente cambiate, in robustezza, in sicurezza e confort, aiutate anche da un livello di tecnologia davvero elevato. Ma tra microfoni, sensori della temperatura, dispositivi di movimento dei sedili, computer di bordo, la nostra privacy è venuta oramai meno.
Il Grande fratello oramai è dappertutto, non bastava lo smartphone o la casa intelligente a spiare qualsiasi nostro desiderio o necessità, le telecamere ad ogni angolo della strada che registrano anche i nostri semplici spostamenti, oramai anche all’interno della nostra auto non siamo più soli. Chi si è mai soffermato a leggere le informazioni sulla privacy nella fase di acquisto di una nuova vettura? Se la risposta è nessuno, abbiamo sempre sbagliato. Ecco che dashcam, microfoni, sensori della temperatura, dispositivi di movimento dei sedili ci guardano e ci ascoltano in ogni istante, senza che noi stessi ne abbiamo il minimo sentore. Questo è quanto emerge dal rapporto “Privacy non inclusa”, pubblicato dalla Mozilla Foundation. I ricercatori della fondazione, infatti, dopo aver analizzato i termini d’uso e le privacy policy di venticinque costruttori di automobili traggono la conclusione che, quello che fino ad oggi avevamo capito, cioè che ci scrutano da ogni centimetro quadrato della nostra esistenza, non era ancora niente.
Si, perchè nel leggere quanto riportato sui termini della privacy, che la maggior parte di noi firma senza neanche guardare, non c’è nulla per cui star tranquilli. Le case automobilistiche non hanno alcuna intenzione di cancellare tutti i dati personali degli acquirenti, diversi da quelli strettamente necessari al funzionamento dell’automobile, pur sapendo che è un diritto riconosciuto ai sensi della disciplina europea. Dati preziosi che non interessano direttamente i produttori di automobili, ma costituiscono un bene da vendere a svariati soggetti desiderosi di conoscere ogni nostro spostamento, ogni nostra scelta, e perfino chi frequentiamo, se non altro in macchina. Infatti sui fogli che firmiamo c’è anche scritto che sarà dovere del conducente informare chi sale a bordo che la sua automobile potrebbe registrare anche i suoi dati personali.
Tesla ad esempio applica una politica un po’ diversa, in apparenza. Ecco quanto riportato nella loro informativa “se non desideri più che raccogliamo i dati del veicolo o altri dati dal tuo veicolo Tesla, contattaci per disattivare la connettività. Tieni presente che alcune funzionalità avanzate come gli aggiornamenti via etere, i servizi remoti e l’interattività con applicazioni mobili e funzionalità di bordo come la ricerca della posizione, la radio Internet, i comandi vocali e la funzionalità del browser Web si basano su tale connettività. Se scegli di disattivare la raccolta dei dati del veicolo (ad eccezione delle preferenze di condivisione dei dati a bordo dell’auto), non saremo in grado di conoscerti o informarti in tempo reale su problemi applicabili al tuo veicolo. Ciò potrebbe comportare funzionalità ridotte, danni gravi o inoperabilità del veicolo“. Se non fosse vero sarebbe anche divertente.
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