Alcune infrazioni al Codice della Strada portano come conseguenza una decurtazione dei punti sulla patente, ma ecco cosa può accadere se alla guida della nostra macchina c’è un’altra persona
Dal primo luglio 2003 è entrato in vigore il sistema di punteggio della patente di guida, come previsto dall’articolo 126 bis del Codice della Strada, un sistema con il quale sono penalizzate alcune violazioni del Codice della Strada, ma al contempo vengono premiati i conducenti che non commettono infrazioni e guidano nel rispetto delle norme.
Ma potrebbe anche capitare di trovarsi nella condizione di non ricordare chi era alla guida dell’auto il giorno in cui si è presa una multa. I casi sono tanti: dal genitore che presta l’auto ai figli ai numerosi dipendenti che utilizzano le auto aziendali, come bisogna comportarsi in questi casi?
Ecco a chi verranno decurtati i punti
La questione riguarda il fatto che alcune violazioni del Codice della Strada prevedono non solo una multa, ma anche una sanzione accessoria, nella fattispecie: la decurtazione dei punti sulla patente. Infatti al momento della notifica della multa si riceve anche un modulo da compilare con tutti i dati di chi ha violato la regola, da inviare entro 60 giorni, pena il pagamento di una seconda multa. Ma se si presenta un ricorso si interrompono i termini, anche se non accolto, e in questo caso si deve inviare un nuovo verbale, ma purtroppo non tutte le amministrazioni procedono in questo modo. E’ infatti capitato che molte amministrazioni emettano la multa per scadenza dei termini relativi alla comunicazione del trasgressore senza tener conto dei tempi sospesi per l’eventuale procedimento. E’ importante ricordare anche l’ordinanza della Corte di Cassazione (9555/2018) che ha stabilito che il proprietario di un veicolo non è più obbligato a conoscere il conducente che in quel momento non ha rispettato il Codice della Strada. Quindi, in caso di contravvenzione con tutor o autovelox, la mancata comunicazione dei dati del conducente non comporterà più necessariamente una seconda multa.
Serve un giustificato motivo
Ma solo nel caso di giustificato motivo, ossia, la Cassazione ritiene legittimo il comportamento del conducente che, pur rispondendo all’invito della polizia entro 60 giorni a comunicare i dati dell’effettivo trasgressore, nel modulo specifichi di non essere in grado di ricordare: ma ciò solo quando sia sorretto da una valida ragione di cui vi sia prova. Altrimenti la legge prevede una multa da 286,00 a 1.142,00 euro nei confronti di chi non informa le autorità dei dati del conducente del veicolo sanzionato. Il proprietario dell’auto è sempre obbligato in solido con il conducente, ma solo per la parte economica, infatti se quest’ultimo non paga la multa il proprietario del mezzo potrà ricevere una cartella esattoriale, ma non subirà alcuna decurtazione dei punti. Pertanto, se da un lato chi non ottempera alla richiesta di comunicazione dei dati personali e della patente del conducente è sanzionabile, dall’altro, laddove la risposta venga data, seppure in termini negativi, compete al giudice di merito la verifica circa l’idoneità delle giustificazioni fornite per escludere la presunzione di responsabilità, che la norma pone a carico del dichiarante.