L’Istat ha registrato i dati paragonandoli a quelli dello stesso mese dell’anno scorso. Ecco la top-ten delle province in cui c’è stata una sensibile maggiorazione di spesa (e anche quelle rimaste “stabili”)
Il Nic (Indice nazionale dei prezzi al consumo) è un indice usato dall’Istat che si basa su un paniere di prodotti e servizi. Viene utilizzato per misurare l’inflazione dell’intero sistema economico italiano. I dati che leggerete all’interno dell’articolo sono dei valori medi di inflazione tendenziale, cioè quella che rapporta due periodi distinti, nel caso specifico il mese di luglio del 2023 in rapporto allo stesso del 2022.
Genova è la città in testa, con la sua inflazione tendenziale dell’8,2%. Facendo l’esempio in denaro, corrisponde a una spesa maggiore di 1.800 euro per una famiglia media (3-4 persone). A Varese, seconda in classifica, l’incremento di spesa è pari a 1.714 euro all’anno, con l’inflazione che si assesta al 6,5%. Subito dopo ecco Milano con +6,3%, con 1.710 euro l’anno in più. Andando avanti e in ordine di esborsi maggiorati: Grosseto è quarta: spesa aumentata di 1.691 euro (+7,5%), poi Lodi (1.650 euro, +6,5%), Perugia (1.585, +6,9%) e Siena (1.578, +7%). A completare le prime dieci posizioni ci sono Alessandria (1.533 euro, +6,9%) e Lucca (1.533 euro, +6,8%).
Al contrario, sul fronte opposto, tra le città meno colpite dall’inflazione tendenziale si notano Potenza (+3,5%), il che significa una maggiore spesa di 691 euro annui per famiglia media e successivamente si posizionano Catanzaro (+4,3%, 803 euro) e Reggio Calabria il (+4,7%, 878 euro). Il dato è stato registrato anche in considerazione delle Regioni. La Liguria è la più colpita (+7,9%), poi seguono l’Umbria (+6,7%) e la Lombardia (+5,8%). Per la famiglia media ligure la spesa maggiore rispetto a 12 mesi prima è di 1.630 euro l’anno. Per quella umbra di 1.513 euro l’anno, per quella lombarda di 1.507 euro.
L’inflazione ha subìto un’impennata a inizio 2023, ora sta un po’ frenando. Non significa che i prezzi stiano calando, anzi, ma che aumentano meno velocemente rispetto ai primi mesi. Per l’Istat l’inflazione riscontrata per il mese di luglio del 2023 è del 5,9% circa (contro il 6,4% di giugno), mentre quella di fondo (al netto dei beni alimentari e di quelli energetici) è del 5,2%. Bisogna risalire ad aprile 2022 per trovare valori del genere.
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