Esistono degli interventi particolare che si possono fare per prevenire i disastri del meteo? Scopriamone alcuni.
E’ un argomento di cui si sta parlando molto spesso nell’ultimo periodo anche a causa del clima che continua a destare non poche preoccupazioni e che non riesce davvero a fare capire nulla a nessuno.
Spiagge e aree costiere sono sicuramente tra le zone più colpite in questo momento, infatti a pesare sulla questione è tanto per cominciare la crisi climatica, il riscaldamento delle acque del mare, e soprattutto gli eventi meteo estremi che colpiscono sempre di più.
Ad avere in particolare sottolineato il problema è stato il report di Legambiente in cui la società ha parlato di un pacchetto di sette interventi da mettere in campo: crisi climatica, erosione, consumo di suolo, concessioni balneari, aree a rischio inondazione, inaccessibilità alle spiagge per motivi di illegalità e di mare inquinato sono i sei indicatori al centro del report per misurare gli impatti sui lidi. Entriamo nel dettaglio.
Disastri meteorologici, quali sono le regioni più colpite?
Allora non si ferma il problema legato ai disastri ambientali e legati al meteo, stando anche alle ricerche effettuate dall’Osservatorio Citta’ Clima di Legambiente: “Al momento sono 712 gli eventi meteo estremi, su 1.732 eventi totali, avvenuti in 240 dei 643 comuni costieri (pari al 37,3%). 186 le vittime su un totale di 331 in tutta Italia. Nel dettaglio, gli eventi che si sono registrati sono stati: 254 allagamenti da piogge intense, 199 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 84 danni alle infrastrutture da piogge intense, 64 danni da mareggiate, 46 esondazioni fluviali, 21 frane da piogge intense, 19 danni da grandinate, 10 danni da siccità prolungata, 9 danni al patrimonio storico da piogge intense e 6 casi di temperature record”.
Ma non finisce qua, dal 2010 fino ad oggi, le regioni più colpite sono Sicilia, con ben 154 eventi estremi, la Puglia con 96, la Calabria (77) e la Campania (73).Tra i comuni più colpiti: Bari, con 43 casi, Agrigento con 32, Genova con 27, Palermo e Napoli entrambe con 23 casi e Ancona con 22.
“Le coste italiane rappresentano una delle cartine di tornasole più importanti, insieme alle aree urbane, soprattutto per analizzare gli impatti che la crisi climatica sta già portando insieme agli eventi meteo estremi e al riscaldamento delle acque. Si tratta infatti di aree al centro dell’hot spot climatico del Mediterraneo e quindi particolarmente vulnerabili e che, in futuro, lo saranno ancor di più a causa dell’innalzamento del livello dei mari” ha rivelato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente e ancora: “E’ fondamentale intervenire con azioni concrete per le aree costiere approvando il piano nazionale di adattamento al clima e attuando piani e strumenti di governance che riducano il rischio per le persone, le abitazioni e le infrastrutture, e che permettano di programmare interventi volti al miglioramento della gestione dei territori”.
Quindi per concludere, difronte a problemi di questo genere che poi non sono nemmeno gli unici, è proprio la stessa Legambiente a chiedere al Governo sette punti in particolare:
- Approvare in via definitiva il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (al momento fermo dopo la fase di VAS, Valutazione ambientale strategica) e stanziare le risorse economiche per attuarlo;
- Superare la logica dell’emergenza e degli interventi invasivi con opere rigide per la difesa delle coste dall’erosione, che hanno risolto poco e solo temporaneamente i problemi locali;
- Adottare misure di adattamento per ridurre il rischio di inondazioni nelle zone costiere (come, ad esempio, interventi di rinaturalizzazione delle coste, ricostituendo le fasce dunali e zone umide e paludose) affiancando anche sistemi di previsione e di allerta, per informare la popolazione interessata, oltre a un serio ragionamento sulla delocalizzazione di abitazioni e sistemi produttivi dalle aree più ad alto rischio
- Approvare la legge sullo stop al consumo di suolo che il Paese aspetta da 11 anni.
- Garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge, definendo un quadro chiaro di obiettivi da rispettare, valido in tutta Italia, con almeno il 50% delle spiagge in ogni Comune lasciato alla libera e gratuita fruizione. E bisogna premiare la qualita’ dell’offerta nelle spiagge in concessione.
- Ristabilire la legalità e fermare il cemento sulle spiagge. Obiettivo quello della tutela delle aree costiere nel loro insieme, includendo il rispetto delle aree naturali ed il divieto assoluto di realizzare qualunque tipo di manufatto sulle spiagge e demolendo quelli illegali.
- Rilanciare a livello nazionale e locale la costruzione e l’adeguamento e/o la messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione. Diverse le buone pratiche in atto nel Paese contro l’erosione costiera e storie di stabilimenti green virtuosi raccontate nel report.