Non solo ingegneri, ma esistono altri tipi di lavoratori che sono giudicati “introvabili”. Sapete a quali ci riferiamo? Tutto quello che dovresti sapere in merito
Se non è un allarme allora davvero poco ci manca. Nel nostro Paese tendono a scarseggiare lavoratori. In particolar modo per quanto riguarda la figura degli operai specializzati. In particolar modo: saldatori, fresatori, tornitori, manutentori, elettricisti. Stesso discorso vale anche per: muratori, carpentieri, falegnami, gelatai e pasticcieri. Per quelli stagionali mancano figure come: baristi, camerieri e addetti alla ristorazione.
Come riportato in precedenza oltre agli ingegneri mancano: paramedici, matematici e fisici. Ed il problema non riguarda la questione relativa agli stipendi. Allora cosa? La difficoltà di soddisfare i fabbisogni professionali richiesti delle imprese. Un problema non di poco conto. A lanciare l’allarme ci ha pensato direttamente il ministero del Lavoro che ha voluto emanare un comunicato a riguardo.
A quanto pare sono un milione i posti di lavoro che non si riescono a coprire. Le ragioni sono tante. Principalmente la questione demografica. Con il calo della popolazione, con tanto di invecchiamento nei prossimi 20 anni, tenderà a far crollare il numero delle persone in età lavorativa (dai 15-64 anni) di 6,9 milioni di unità nel 2043. Lo fa sapere uno studio della ‘Fondazione Di Vittorio‘.
Non è un mistero che le aziende fanno fatica a trovare lavoratori. Il tasso di disoccupazione è ancora molto alto: basti pensare che nel mese di marzo di quest’anno è sceso al 7,8% dal 7,9%. Quanto comunicato da Excelsior realizzato pare che il gap tra domanda e offerta di lavoro sia arrivato al 46,1% a maggio 2023. Motivo? Mancanza di candidati e scarsa preparazione.
Considerando i giovani il tasso tocca il 47%. Resta complicato trovare operai specializzati (63,0%), addetti alle rifiniture delle costruzioni, fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica, tecnici in campo ingegneristico, della salute e della gestione dei processi produttivi (63,0%). Ed un mismatch quanto costa? Al nostro Paese è costato circa 38 miliardi di euro nel 2022.
In questo modo il costo del mismatch rischia di aumentare nei prossimi anni. Soprattutto perché il mondo del mercato del lavoro sta cambiando. Ci sarà un aumento dei flussi pensionistici e quindi delle uscite dal mercato del lavoro. Senza dimenticare una riduzione del numero di persone in età lavorativa per l’invecchiamento della popolazione.
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