Scoppia il gossip che è una vera bomba, nel mirino ci finisce la casa reale e in particolare il Principe William.
Sembra proprio che non ci siano dubbi in merito al fatto che qualcuno abbia insinuato il fatto che tra il Principe William e l’ex modella Rose Hanbury, marchesa di Cholmondeley, ci possa essere del tenero. Eppure, nonostante il tutto sia davvero da dimostrare, nelle ultime ore un rumors sembra avere travolto la Corona inglese.
Rose sarebbe sul punto di divorziare perché il marito avrebbe scoperto di non essere il vero padre della loro terza figlia. La bambina nata nel 2015, dicono i tabloid, sarebbe figlia del principe William. Una notizia davvero scioccante che certamente nessuno si sarebbe mai immaginato.
Da molto tempo, infatti, circola la voce riguardo al desiderio della Marchese di Cholmondeley, stanca del marito, del divorzio: ma la realtà potrebbe essere diversa ed avere a che fare con il fatto che il marito David avrebbe scoperto di non essere il padre di Iris Marina Aline, la bambina che Rose ha avuto nel 2016. La piccola sarebbe nata dalla relazione della marchesa con William, il quale non l’avrebbe mai riconosciuta.
Principe William, è davvero lui il padre della figlia della Marchesa Rose?
Insomma per il momento si tratta solo di indiscrezioni che non sembrano avere delle prove concrete, eppure la bomba delle ultime ore starebbe facendo tremare la Corona inglese, visto che di mezzo ci sta proprio il futuro erede al trono, il Principe William.
Dal 2009 la Hanbury è sposata con il 62enne David Rocksavage, VII marchese di Cholmondeley. La coppia vive a Houghton Hall, a sole tre miglia di distanza da Anmer Hall, residenza di campagna nel Norfolk tanto amata dai principi di Galles. Il marchese è stato Lord Great Chamberlain durante il regno della regina Elisabetta e al momento ricopre il ruolo di Lord-in-Waiting, concessogli da Carlo III lo scorso marzo. Senza contare il fatto che i gemelli Alexander e Oliver, hanno ricoperto il ruolo di paggi con il principe George all’incoronazione di Re Carlo III.
