Quelle abitudini tutte italiane poco ben viste all’estero

Molte delle abitudini radicate nella nostra cultura appaiono inspiegabili agli stranieri che alcune volte ne restano affascinati, ma altre “ci parlano dietro”

Viaggiare resta la maniera più affascinante per conoscere usanze e abitudini diverse dalle nostre, a volte sono talmente lontane dal nostro modo di pensare che ci sembrano quasi irreali. Ma non abbiamo mai pensato a quello che dicono di noi all’estero quando ci vedono in “azione”.

La prima barriera che troviamo recandoci all’estero è senza dubbio la lingua. Parlare la lingua locale consente non solo di comunicare con le persone del posto, ma anche di cogliere e comprendere quelle dinamiche e sfumature culturali che permettono di sentirsi realmente a casa.

Tante strane abitudini

Paese che vai usanza che trovi. Gli adagi non sbagliano mai anzi fotografano perfettamente le situazioni e quella di arrivare in un’altra città in qualsiasi angolo del mondo e trovarsi all’inizio spiazzati da modi di pensare e di fare, da nuove abitudini e usanze particolari, è una sensazione che può mettere in imbarazzo, ma che alla fine è esattamente l’essenza del viaggio. Ma abbiamo mai provato a immedesimarci negli altri che ci vedono compiere un gesto particolare, mangiare in un certo modo o parlare gesticolando? Resta innegabile che alcuni usi e costumi che troviamo all’estero sono sconvolgenti per noi. In Messico, Brasile e altri Paesi dell’America Latina non si butta la carta igienica nel WC, che non è propriamente come non trovare il bidet, ma per esigenze tecniche degli scarichi, la carta igienica che utilizziamo in bagno va raccolta in un sacchetto e gettata via in un secondo momento. Noi, per esempio, siamo sempre stati, per centenaria abitudine, poco inclini alla mancia e mal sopportiamo paesi e città dove la mancia è praticamente obbligatoria perchè rappresenta il vero e proprio stipendio di alcuni lavoratori. Soprattutto negli Stati Uniti dobbiamo comunque ricordare che la “tipping”, l’abitudine di lasciare la mancia al bar o al ristorante, di solito non deve mai essere inferiore al 20% del conto totale.

Gesti per noi comuni

Ecco perchè, in una crescente cultura globale del viaggio e del turismo, è importante ricordare che le nostre azioni, parole e gesti apparentemente normali potrebbero non essere così ben visti in altri paesi. Ad esempio nei paesi asiatici, come la Cina e l’India, aprire un regalo subito dopo averlo ricevuto è considerato un gesto maleducato, che dimostra avidità, da noi è l’esatto contrario. Usare le posate è un gesto “obbligatorio” in Cile, anche se si sta mangiando patatine fritte o la pizza. In Russia, un sorriso è visto come un gesto intimo, che indica una genuina affinità con un’altra persona, quindi sorridere a chiunque non è visto come un gesto sincero. Resterebbe molto complicato non cadere nell’errore noi che consideriamo un sorriso il marchio di fabbrica della nostra disponibilità e cordialità. Così come ascoltare le conversazioni altrui è un’attività molto divertente in Italia, ma in Giappone è considerato scortese parlare al cellulare su treni e autobus, per questo sono preferiti i messaggi di posta elettronica o di testo.