Durante una recente asta, alcune monete rare delle vecchie lire sono state vendute a un prezzo eccezionale, mai visto prima
L’ultima asta numismatica di Aste Bolaffi, che si è tenuta a Torino la scorsa settimana, ha raggiunto un risultato finale record di 4,7 milioni di euro. Tra le tante monete rare negli oltre 2mila lotti battuti si trovavano anche delle monete da 1, 2, 5 e 10 lire, coniate dalla Zecca di Roma e opera del medaglista e scultore bolognese Giuseppe Romagnoli.
Una moneta è ritenuta rara quando di quell’esemplare sono stati prodotti pochi pezzi, facendo un esempio, se una vecchia moneta da 100 lire è stata prodotta in 1.000.000 di esemplari, di certo non possiamo dire che si tratterà di un pezzo raro. Altri dettagli fondamentali che possono influire sul valore di mercato sono il tipo di metallo utilizzato e l’anno di conio.
Asta record
Il mondo delle monete rare è un affascinante universo in grado di attrarre collezionisti, investitori e appassionati di oggetti storici da ogni angolo del pianeta, non soltanto per puro collezionismo, ma anche perchè qualche moneta può davvero rivelarsi un tesoro. Ed è esattamente quello che si è potuto accertare nell’ultima edizione dell’asta numismatica di Aste Bolaffi che ha superato tutti i record mai raggiunti in precedenza. Infatti non erano mai stati proposti così tanti lotti, fino a quasi 2800, soltanto per due cataloghi. Ma è il risultato totale che ha destato davvero scalpore perchè, includendo anche i diritti, si è arrivati all’incredibile cifra di 4,7 milioni di euro, dopo aver venduto l’85% dei lotti proposti. Le monete rare non sono solo oggetti di valore finanziario, ma sono anche testimonianze tangibili di epoche passate e di eventi che hanno lasciato un’impronta indelebile sulla storia dell’umanità e molte di queste monete risvegliano in noi ricordi lontani che fanno alzare la loro valutazione anche solo per il desiderio di possederle.
Quelle lire valgono davvero una fortuna
E’ stato il caso di alcune vecchie lire da 1, 2, 5 e 10 lire, datate 1947, che sono state battute a oltre 4mila euro, dato che aveva un importo di partenza già elevatissimo, di 3.000 euro. Era la serie dei quattro valori, coniata dalla Zecca di Roma, opera del medaglista e scultore bolognese Giuseppe Romagnoli. Ovviamente, il set venduto era rigorosamente Fior di Conio. Sebbene, cioè, si trattasse di monete coniate dalla Zecca romana come denaro circolante, le monete sono diventate rare poiché, oltre a essere antiche e non più circolanti, non presentano assolutamente alcun segno di usura. La moneta FDC per avere un valore importante non deve presentare alcun segno di circolazione e deve conservare la sua lucentezza originale. Il consiglio è sempre quello di verificare lo stato di mantenimento, infatti la stessa moneta valutata come “Splendida” può valere fino a 7500 euro, mentre se rientra nella categoria “Bellissima” si scenderà a 5mila euro.