Dal 1 agosto è terminata l’erogazione del sussidio, ma tanta gente sta protestando per lo stop improvviso e scoppia la contestazione dei cittadini
Una protesta che sta crescendo ogni giorno di più. Il reddito di cittadinanza non c’è più. E’ cessato di esistere dal 1 agosto bloccato dal governo con la manovra di bilancio 2023 che è entrata in vigore. L’Inps ha inviato un messaggio ai circa 169mila nuclei familiari avvisandoli che si stava per chiudere l’invio dei soldi, che per il 2023 era stato decurtato a 7 mesi di durata.
Una decisione che ha gettato tanta gente nella disperazione ma anche tanti Comuni nel caos, anche perché le proteste sono tanti e si rischia una vera e propria bomba sociale alla quale è dura fare fronte. Nelle amministrazioni locali del Sud soprattutto cresce l’amarezza, la delusione e la preoccupazione. È qui infatti che si concentra il più alto numero di percettori. A Napoli le proteste si sono allargate, ma anche a Taranto e in Sicilia. Ci sono delle situazioni davvero preoccupanti, basti pensare che a Terrasini un uomo ha tentato di dar fuoco alla stanza del sindaco e a se stesso.
Una delle misure che è stata studiata per sopperire al reddito di cittadinanza è l’assegno di inclusione che sarà riconosciuto a partire dal primo gennaio 2024 quale misura di sostegno economico. Il problema, se così si può dire, è che sarà condizionata al possesso di alcuni requisiti legati alla residenza, alla cittadinanza ma anche al soggiorno, e si calcolerà sulla base dell’Isee e pure alla situazione reddituale del beneficiario, tenendo conto del nucleo familiare e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
L’importo dell’assegno è composto da una integrazione del reddito fino a 6.000 euro annui, che potrebbero arrivare anche a 7.560 se il nucleo familiare è composto da persone di età pari o superiore a 67 anni o da altri familiari in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza. Ma non è tutto. A questo importo, può essere aggiunto un contributo per l‘affitto dell’immobile di residenza fino a un massimo di 3.360 euro annui. Ma quanto dura? Il beneficio viene dato e concesso mensilmente per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi.
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