Ha deciso di ricattare l’amante della madre provando a chiedergli dei soldi, ma alla fine lui ha provveduto alla denuncia.
Ha fatto di tutto per cercare di togliere all’amante della madre circa 300 mila euro, lui è infatti un ricco imprenditore di Roma che ha appunto subito questo ricatto con la minaccia di inviare a chiunque conoscesse la coppia, dei video e delle foto hard.
Insomma, una situazione davvero incresciosa che però non è finita come il giovane pensava che le cose sarebbero andate: infatti l’imprenditore ha preferito pagare il prezzo della confessione alla moglie anziché farsi ricattare.
Adesso Cristina Ferla di 40 anni rischia una condanna di tre anni di reclusione per estorsione: una pena che è stata richiesta al termine della requisitoria nel corso del giudizio abbreviato da parte del pm Marcello Cascini. Ma entriamo nel dettaglio.
E’ andata a finire proprio cosi, la giovane ha cercato di ricattare l’amante della madre per potere avere in cambio circa 300 mila euro, peccato che l’imprenditore ha corso il rischio di svelare tutto al moglie pur di non cedere al ricatto e poi ha provveduto alla denuncia.
Il magistrato ha sottolineato, per provare la colpevolezza dell’imputata, come l’iban indicato per accreditare la somma sia riconducibile al suo conto corrente. Ora infatti la 40enne rischia una denuncia per estorsione. La ricostruzione di come sono andati i fatti è stata negata dalla diretta interessata che prima dell’inizio della discussione si è difesa così davanti al gup: “Io non ho ricattato mai nessuno, non è mia la voce al telefono. E poi, quale ricattatore è così stupido da indicare gli estremi del proprio conto corrente?”.
Da li è partita anche la decisione da parte del giudice di una consulenza fonica sugli audio dei ricatti per capire se la voce fosse davvero quella dell’imputata: “O mi dai 300mila euro oppure spedisco il video a chiunque” queste le parole che si sentono nella registrazione, parole a cui l’uomo ha deciso di non cedere, poi nelle altre chiamate si sente sempre la voce femminile che indica l’iban su cui accreditare la somma di denaro e poi la presunta ricattatrice spedisce il video sul whatsapp della moglie tradita. A quel punto l’imprenditore è alle strette. E per uscire dall’angolo, sceglie di denunciare la donna che ritiene la regista del ricatto. Ad avergli fatto pensare che si trattasse di lei è stato proprio l’iban che coincide con la figlia della donna.
Al momento, ad ogni modo, l’imputata ha respinto le accuse sottolineando che nessuno avrebbe mia potuto fare un ricatto usando il proprio iban: si tratta davvero di qualcosa di molto stupido.
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