Rita Pavone ha ricordato, sul Corriere della Sera, il periodo del suo successo e l’amore “scandaloso” per Teddy Reno.
Icona della musica italiana, Rita Pavone ha conquistato il successo giovanissima. Le sue canzoni, come alcune partecipazioni tv, sono ormai parte della storia del mondo dello spettacolo di cui lei è stata protagonista soprattutto tra il 1963 e 1968. Un periodo dove artisti come Gianni Morandi, Al Bano, ma anche Massimo Ranieri e Bobby Solo dominavano le classifiche e per una giovane ragazzina era difficile imporsi e emergere.
Determinata e piena di entusiasmo Rita Pavone ha ricordato quanti sacrifici i genitori hanno fatto per farla realizzare come artista. In quegli anni brani come Il ballo del mattone, Non è facile avere 18 anni, Datemi un martello e Cuore erano in vetta alle classifiche e Rita Pavone era una vera star. Al Corriere della sera la cantante ha ricordato che nonostante non avesse un’aspetto piacente o eccessivamente sensuale era molto corteggiata, anche Gianni Morandi ha mostrato interesse nei suoi confronti ma fra loro non è mai successo nulla: “So che non ero bella ma ho avuto molti corteggiatori. Persino Gianni Morandi mi faceva il filo, ma non era il mio tipo. Siamo sempre restati amici. Era come mio fratello.”
Rita ha poi ricordato il primo incontro con Teddy Reno, l’uomo che ha sposato e come la loro storia fece scandalo. La differenza di età fra loro, in quel momento storico, era considerata inadeguata. La cantante ha confessato di essere arrivata illibata al matrimonio, una scelta che non fu facile rispettare: “Io sono arrivata illibata al matrimonio, nonostante i miei ormoni galoppassero. È stata dura, immagino anche per Teddy. Lui aveva diciannove anni più di me e nell’Italia bigotta del tempo fu visto come uno scandalo. Ci siamo sposati nel 1968 e stiamo ancora insieme. Ora lui qualcosa non la ricorda più ma ci basta uno sguardo per capirci. Ce ne dissero di tutti i colori “
Dopo il matrimonio e le tante cose dette sulla scandalosa unione in Italia il successo di Rita Pavone è scemato. All’estero ha continuato ad essere popolare, mentre nel Bel Paese gli addetti ai lavori la volevano relegare in un ruolo che non era più adatto a lei:
“In Italia era finito l’incanto. Si voleva che fossi Lolita o forse Minnie. Ma io ero cresciuta, ero donna, moglie, madre. Leggevo, avevo un mio pensiero, una mia identità.”
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