Per la terza volta negli ultimi mesi alcune pagine del Corano sono state date alle fiamme durante delle manifestazione davanti al parlamento svedese, a Stoccolma
Si alza e raggiunge i livelli di guardia la tensione tra il paese scandinavo e alcuni paesi del medio Oriente per via delle plateali manifestazioni che si sono svolte negli ultimi mesi in Svezia. Durante alcune proteste davanti la sede del Parlamento a Stoccolma, alcuni manifestanti hanno strappato delle pagine del Corano dandogli pubblicamente fuoco.
La protesta ha suscitato indignazione e condanna in tutto il Medioriente e il primo ministro svedese Kristersson, dopo aver consultato l’omologo danese, sta pensando a vietare questo genere di manifestazioni pubbliche.
Negli ultimi mesi le capitali dei due paesi nordici sono state il teatro di una serie di dimostrazioni politiche molto plateali, culminate con alcune pagine del Corano calpestate e date alle fiamme. Anche nella giornata di ieri due dimostranti hanno bruciato il libro sacro dell’islam davanti alla sede del Parlamento svedese a Stoccolma. Simili gesti dissacratori erano stati organizzati nei giorni scorsi anche davanti a una moschea, davanti all’ambasciata irachena e davanti all’ambasciata turca, sempre nella capitale svedese. Gesti disdicevoli che ovviamente non sono piaciuti alle autorità e alla popolazione di alcuni paesi del Medio Oriente che stanno creando non pochi problemi diplomatici soprattutto alla Svezia, che ora teme pericolose ripercussioni. “Siamo nella più grave situazione riguardo alla nostra sicurezza dalla seconda guerra mondiale“, ha scritto ieri il primo ministro svedese Ulf Kristersson. “In Svezia abbiamo iniziato a lavorare sull’analisi legale, inclusa la legge sull’ordine pubblico e sulle legislazioni di altri Paesi europei per prendere misure”, ha dichiarato.
Salwan Momika e Salwan Najem sono i due rifugiati iracheni protagonisti di queste manifestazioni inscenate nella capitale svedese. Le loro azioni provocatorie hanno suscitato durissime reazioni nel mondo islamico, compresa la Turchia di Erdogan, e nei rapporti diplomatici con essi, con la preoccupazione per la possibilità di attentati di ritorsione e in generale per la sicurezza della nazione. La vicenda è estremamente delicata visto che il governo svedese necessita dell’appoggio di Ankara per entrare all’interno della Nato. Erdogan aveva posto un primo stop alla richiesta della nazione scandinava, accusandola di ospitare persone considerate terroriste e chiedendone l’estradizione. Queste manifestazioni quindi non sembrano del tutto isolate e prive di una motivazione logica. “Ci sono persone che ci vogliono del male in diversi modi, che diffondono o inoltrano immagini della Svezia che sono pericolose” ha infatti aggiunto il Primo Ministro svedese che ha denunciato le “campagne di disinformazione in corso, già dallo scorso anno, compresa una narrativa russa che cerca di influenzare la percezione internazionale della Svezia, forse per ostacolarne l’ingresso nella Nato o per ledere l’immagine del Paese”.
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