Dal Gran premio del Canada 1973 al Gran Premio del Canada 2023. Ecco l’evoluzione della Safety Car: dalla Porsche alla Mercedes, dalla Lamborghini all’attuale Aston Martin, ma anche Fiat, Opel, Ford e Renault, ecco tutte le vetture utilizzate
Sono passati 50 anni da quando la Safety Car fece la sua prima apparizione in Formula 1: era il Gran Premio del Canada del 1973. Negli anni successivi la sua presenza e la sua funzione sono state sviluppate dalla FIA per diventare un componente chiave per una sempre maggiore sicurezza nel Mondiale.
Il mondiale di Formula 1 è in pieno svolgimento e per il momento non sembra profilarsi all’orizzonte un pilota in grado di impedire a Max Verstappen di centrare il terzo titolo mondiale di fila.
Negli Stati Uniti, soprattutto quando si gareggia sugli ovali, la Pace Car è da sempre un’istituzione. La vettura chiamata a entrare in pista quando c’è bisogno di neutralizzare la gara a causa di un problema, di un serio incidente che potrebbe mettere in pericolo i piloti lanciati a forte velocità senza la possibilità di rendersi conto degli ostacoli imprevisti presenti in traiettoria. Il più delle volte, l’entrata in azione della Pace Car fa si che i bolidi si raggruppino annullando i distacchi, rendendo così di nuovo elettrizzanti le fasi successive della gara. In Formula 1 l’introduzione della Safety Car è molto più recente, il suo ingresso in pista per la prima volta fu nel Gran Premio del Canada del 1973 e oggi, a distanza di 50 anni esatti, si disputerà ancora sul circuito di Montreal un’altra edizione del GP canadese.
Nel corso delle varie stagioni sono cambiati tanti modelli, da Porsche a Renault e Mercedes tutte macchine stradali per forza di cose dotate di grande potenza in pista. Una Porsche 914, guidata da Egbert Wietzes, una vettura da circa 100 Cv di potenza, fu la safety car che esordì in Canada, rendendosi tra l’altro protagonista di un pasticcio nello stabilire le giuste posizioni e consentì, per un clamoroso errore, la vittoria a Peter Revson su McLaren. Nei primi anni ’80 la F1 puntò su una macchina da sogno come la Lamborghini Countach come vettura ideale per scendere in pista in caso di necessità, specialmente in circuiti cittadini come Montecarlo.
All’inizio degli anni 90 come vetture per la sicurezza, soprattutto in Sud America, si sono viste anche macchine improponibili se confrontate con i bolidi del Motorsport: la Fiat Tempra per le gare disputate in Brasile e la Renault Clio per quelle in Argentina. Ma anche le Ford Escort e le Opel Vectra. Poi è arrivata la svolta, quando si è capito che occorreva una Safety car in grado di tenere comunque l’andatura sostenuta per non incorrere in altri problemi come il raffreddamento delle gomme, che rischiava di mettere in difficoltà il pilota, pur andando a bassa velocità.
A partire dalla fine del 1996, le vetture di F1 vennero guidate in caso di pericolo da una Mercedes C36 Amg. Il motore 6 cilindri è in grado di erogare qualcosa come 280 Cv, toccando una velocità massima di 250 km/h. L’ultimo ingresso tra i marchi fornitori di Safety Car è Aston Martin. Dalla casa britannica arriva la Vantage che dal 2021 guida in caso di necessità il gruppo della F1 e può arrivare a toccare i 314 Km/h. Ovviamente nel corso degli anni la funzione della Safety Car si è molto evoluta, così come sono cambiati tanti piloti al suo volante, ma da almeno 20 anni il pilota tedesco Bernd Maylander guida il gruppo delle Formula 1 quando c’è da neutralizzare la corsa. Una figura molto apprezzata all’interno del Circus, una vera istituzione per un ruolo davvero delicato.
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